Asa senza più soldi, una settimana di autonomia
I comuni continuano a non pagare, l'Asa ha di nuovo i conti in rosso: senza interventi finanziari entro i prossimi sei giorni, si fermeranno uomini e mezzi e larga parte della provincia di Avellino rischia di ripiombare nell'emergenza rifiuti. Situazione di certo diversa da Napoli, ma se gli addetti della società di viale Italia dovesse incrociare le braccia e se non ci saranno più i soldi per la benzina ai mezzi, il risultato sarà lo stesso: cumuli di rifiuti accantonati in strada. Purtroppo il problema si ripresenta da tempo con cadenza mensile. L'Asa paga gli stipendi ai lavoratori entro la prima settimana del mese. Su settembre non ci sono stati problemi di sorta. Discorso diverso, invece, per ottobre. Allo stato attuale il passivo oscilla tra i dodici e i quindici milioni di euro e per la stragrande maggioranza si tratta di crediti che la società ha nei confronti di Irpiniambiente che a sua volta riscuote il dovuto per la tassa sui rifiuti dai comuni. L'elenco delle amministrazioni locali morose è lunghissimo. Accanto ai soldi necessari agli stipendi, l'emergenza principali oggi è rappresentata dal carburante e dalle spese di manutenzione di compattatori e di tutti gli altri mezzi utilizzati per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Negli uffici di viale Italia ci sono già diverse fatture non pagate. «Situazione difficile, stesso copione di sempre», ammette l'avvocato Edoardo Volino, presidente dell'Asa. L'altro giorno c'è stato un confronto con Irpiniambiente per gli aggiornamenti sullo stato di pagamento da parte dei comuni. «Purtroppo la situazione non è cambiata - aggiunge ancora Volino - il nostro auspicio è che si faccia presto. Diversamente l'Asa difficilmente potrà andare continuare nel servizio». Le ipotesi al vaglio per tentare di esercitare una forma di pressione sui comuni sono le stesse di qualche tempo fa: si pensa ad un ridimensionamento dei servizi se non addirittura un vero e proprio blocco. Naturalmente questi provvedimenti drastici potrebbe riguardare solo i comuni morosi. Fin qui, la linea dura. In ogni caso si seguirà la strada istituzionale che prevede, accanto ai solleciti, l'intervento della Prefettura. Una situazione che a palazzo Caracciolo si spera di risolvere con l'entrata a regime del nuovo piano provinciale dei rifiuti che prevede anche al riscossione diretta della Tarsu da parte di Irpiniambiente.