Raccolta a singhiozzo, torna l'incubo rifiuti

E' impasse all'incontro su spettanze e occupazione: colline di sacchetti in strada
25 settembre 2010 - Ornella Mincione
Fonte: Il Mattino Caserta

Il mancato ritiro dei rifiuti solidi urbani e l'occupazione dei siti di smaltimento «Stir» di Santa Maria Capua Vetere e «Maruzzella» di San Tammaro: è quello che faranno da martedì i dipendenti del Consorzio Unico di Bacino di Caserta dopo la riunione che si è tenuta giovedì sera in Provincia, dove è naufragato il possibile protocollo d'intesa tra i sindacati Fiadel, Filas Confsall e l'ente provinciale. «Domani (oggi, ndr) ci sarà un’assemblea con i lavoratori per decidere, con precisione, i tempi e le modalità di protesta», spiega il segretario regionale della Filas, Domenico Merolla. Alla riunione di ieri sera hanno partecipato, per la Fiadel, tra gli altri, il segretario provinciale Giulio Testore e il coordinatore provinciale Fausto Serracino, mentre per la Filas, oltre Merolla, anche il coordinatore provinciale Giuseppe Staffieri. Con loro, l'assessore all'Ambiente della Provincia, Umberto Arena, il direttore generale Raffaele Picaro e il dirigente del settore Ecologia e Ambiente, Paolo Madonna. «Siamo arrivati a un punto di non ritorno - continua Merolla - Protesteremo fino a quando non otterremo quello che ci spetta». Il 10 settembre scorso, con Provincia e Gisec, le organizzazioni sindacali hanno pattuito un protocollo d'intesa per la salvaguardia dei livelli occupazionali dei lavoratori del Consorzio. La Provincia, dal canto suo, avrebbe poi esaminato la bozza e formulato le proprie osservazioni. Il problema è nato quando da parte della Provincia, in particolare dal direttore generale, è stata presentata una «dichiarazione d'impegno» dell'ente di rispettare la legge 26/2010, secondo quanto si legge dal verbale della riunione. «Un ente pubblico non può avere “intenzione” di rispettare la legge - commenta Merolla - ma deve rispettarla. Tra l'altro manca il piano industriale della Provincia, previsto entro il 30 settembre». Da qui, la decisione di attuare tutte le azioni di protesta in difesa dei 1.250 lavoratori dipendenti del C.U.B. di Caserta, che, secondo la 26/2010, entro il 1 gennaio 2011 devono essere assunti dalla Gisec. Secondo la legge 26/2010, il 30 settembre scadranno i poteri di indirizzo dell'ente provinciale, per essere trasferiti alla ditta provinciale. Nella stessa data, il commissario liquidatore Gianfranco Tortorano ha convocato gli organi istituzionali per partire con la cassa integrazione per le unità in esubero. «La soluzione reale a questo problema è da individuare nella divisione netta dell'articolazione di Caserta da quella di Napoli», dice l'assessore provinciale Arena. «Stiamo cercando una soluzione. Noi possiamo prendere l'impegno a coprire le assunzioni, non solo tramite la Gisec ma anche con una serie di nuove attività, oltre alla costruzione di nuovi impianti - continua Arena - È evidentemente un blocco politico». Altro punto che alimenta la protesta dei dipendenti C.U.B. di Caserta è la decisione del commissario liquidatore, Gianfranco Tortorano, dell'impossibilità di individuare nominativamente gli esuberi e quindi della «sospensione del pagamento degli ”emolumenti stipendiali“ relativi alla mensilità di settembre 2010». Secca la replica a Tortorano dell'assessore Arena, che lo definisce un atto di «deresponsabilizzazione» da parte del commissario. Mobilitazione anche di Cgil, Cisl e Uil. Ieri mattina, la Provincia ha proposto a Cgil Cisl e Uil l'attivazione di un tavolo tecnico permanente, che, a scadenza settimanale, consentirebbe un costante monitoraggio della vicenda dei lavoratori Consorzio di Caserta.

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