«Ecco i capi delle rivolte», dossier dei Servizi
L’ultimo rapporto dell’intelligence sull’emergenza rifiuti è arrivato qualche giorno fa sulla scrivania di palazzo Chigi. È l’analisi degli ultimi incidenti, dei roghi, delle barricate e dei blocchi stradali che hanno coinvolto anche il centro di Napoli, con tanto di nomi e cognomi dei principali capi rivolta e delle loro connessioni con la camorra e la malavita organizzata. Tensioni organizzate e tutt’altro che spontanee, secondo i nostri servizi segreti, alimentate proprio per generare allarme e attribuire ancora una volta alla camorra il ruolo di difensore di un territorio che in realtà gli stessi clan, tra incendi alla diossina e discariche abusive, hanno contribuito in maniera decisiva a devastare. Non è solo il rischio di veder smantellata la rete di consorzi che sinora ha permesso ad imprese in odore di camorra di nascondersi e di continuare a gestire il business, a muovere la rivolta che solo nella giornata di ieri ha prodotto 135 roghi. C’è anche la volontà, come sottolineava ieri il campano Italo Bocchino, vicecapogruppo Pdl alla Camera, di alzare lo scontro sociale sperando «di ottenere un intervento con finanziamenti a pioggia per l’emergenza con cui continuare a far arricchire le proprie imprese che si occupano di rifiuti». Invece dalla riunione del consiglio dei ministri di domani che si terrà in Prefettura a Napoli, non verranno fuori nuovi finanziamenti - se si escludono i dieci milioni di euro per il piano di informazione sanitaria predisposto dal sottosegretario Ferruccio Fazio - ma la messa a punto di provvedimenti a sostegno del piano elaborato dal commissario straordinario Gianni De Gennaro. Un piano che in sostanza riprende quello di Guido Bertolaso, ovvero di colui che domani potrebbe essere incaricato da palazzo Chigi di coordinare il lavoro dei ministeri e delle amministrazioni locali. All’attenzione del governo c’è un piano discariche, con l’individuazione di un decina di siti di stoccaggio, Chiaiano compresa. Al secondo l’accelerazione delle procedure per la realizzazione dei termovalorizzatori, con l’immediata apertura (sei mesi di tempo al massimo) dell’impianto di Acerra e la realizzazione «in tempi certi» dell’impianto di Santa Maria La Fossa e Salerno. Inoltre, si solleciteranno le amministrazioni locali di ogni colore «alla massima collaborazione» e si chiederà loro il rispetto del decreto che impone a tutti i comuni campani di effettuare la raccolta differenziata, pena - come sollecitato ieri anche da Ermete Realacci (Pd) - il commissariamento. La forte attesa e l’aspettativa che sta generando l’arrivo a Napoli del governo preoccupa un po’ il Cavaliere. Nella conferenza stampa che terrà a Palazzo Reale fare appello ad uno sforzo comune dell’intero Paese appellandosi alle amministrazioni locali, alla magistratura e all’opposizione. Uno sforzo verrà chiesto anche alle regioni del Nord che hanno impianti per la selezione e l’incenerimento, in modo da riuscire a smaltire le quantità di rifiuti che all’estero rifiutano proprio perchè non trattati. Ieri sera una prima voce critica si è però levata dal Veneto, con il presidente Galan che si è detto disponibile ad accogliere 40 mila tonnellate di rifiuti campani «a patto che ci sia un piano serio» che preveda anche «le dimissioni di Bassolino e della Iervolino». Nella riunione di oggi del preconsiglio si capirà meglio quali provvedimenti verranno presi subito dal consiglio dei ministri e, soprattutto, si comprenderà quali saranno i compiti dell’esercito che il ministro della Difesa Ignazio La Russa vorrebbe circoscrivere alla tutela dei siti.