L’Ue valuta l’apertura di un nuovo fascicolo
Resta aperto e rischia di aqgravarsi il contenzioso tra la Commissione europea e le autorità italiane sul fronte dei rispetto del diritto Ue. Bruxelles ha già chiuso i rubinetti dei finanziamenti comunitari, in attesa del pieno rispetto delle normative Ue. A luglio, nel corso di una riunione della commissione petizioni del Parlamento europeo, il rappresentante dell’esecutivo Ue era tornato ad insistere sulla necessità di notifica di un piano di gestione integrato dei rifiuti, ma anche una scansione dettagliata del calendario di realizzazioni delle infrastrutture e una soluzione non solo per i nuovi rifiuti ma anche per il pregresso. Di fronte alla situazione di emergenza scoppiata tre anni fa, la Commissione aveva aperto una procedura d’infrazione che il 4 marzo scorso si è conclusa con una condanna dell’Italia da parte della Corte di giustizia Ue del Lussemburgo. Dopo la sentenza di condanna dell’Italia da parte della Corte di giustizia Ue del Lussemburgo, il 4 marzo scorso, ricordano ancora le fonti, la Commissione ha avuto a più riprese contatti con le autorità italiane per garantire che la sentenza fosse rispettata «nella maniera più completa e più rapida possibile». Per dare corso alle decisioni dei giudici Ue, sottolinea Bruxelles, «è necessario istituire un piano di gestione dei rifiuti in Campania che sia adeguato alle necessità di smaltimento dei rifiuti della regione e rispettoso delle norme ambientali dell’Ue». In attesa dell’attuazione di quanto previsto dalla sentenza della Corte, restano tra l’altro tuttora bloccati i fondi comunitari destinati dalla Ue alla regione Campania per il settore: circa 10,5 milioni di euro della programmazione 2000-2006 e 135 milioni di quella attuale (2007-2013).