Rifiuti, molotov e pistole contro i camion
Impegni a parte, i fuochi non si spengono. Altri due camion incendiati e un terzo danneggiato nei due filoni della crisi rifiuti. Le fiamme dolose ne divorano uno nel cuore dei Quartieri Spagnoli; un altro automezzo prende fuoco nell´area vesuviana, con il lancio di un´altra bottiglia incendiaria. Intanto Napoli si ripulisce quasi del tutto di rifiuti, mentre sul braccio di ferro tra sindaci e Provincia per la realizzazione della seconda discarica-monstre di Terzigno, arrivano segnali contrastanti. La Provincia apre il tavolo, domani, con gli amministratori e il governatore per favorire il dialogo ed esaminare «un´alternativa» a cava Vitiello. Nelle stesse ore il prefetto di Napoli, Andrea De Martino, a Roma, in audizione alla commissione sulle ecomafie, fornisce una severa lettura dei fatti. E punta il dito sugli enti locali: la crisi rifiuti di oggi, dice, è dovuta a «attese, ritardi e ripensamenti» di Comune, Regione, Provincia. Quindi, contrordine: «Bisogna fare ciò che era previsto», discarica di Terzigno compresa?
J´accuse del prefetto. Il prefetto spiega che vi sono «i centri sociali» dietro alcuni dei violenti scontri di queste ore. Sulle infiltrazioni della camorra, ribadisce che il settore «resta sempre esposto al rischio dei clan, che tentano di aggirare la normativa antimafia». Ma De Martino guarda soprattutto alle responsabilità degli enti locali. Regione, Provincia e sindaci - ammonisce - «riprendano con efficace collaborazione e pieno impegno a realizzare i vari momenti previsti, secondo tappe già indicate, dal Parlamento», solo così si esce dalla crisi. Il prefetto indica le carenze: la mancata apertura di tutte le discariche previste dalla legge 123/2008, la mancata realizzazione dei termovalorizzatori, il ritardo della differenziata, l´aumento dell´indebitamento dei comuni nei confronti dello Stato, gli «estesi focolai di malcontento» diffusi tra personale dei consorzi e delle aziende.
«Niente discarica o dimissioni». Intanto sindaci del Parco nazionale del Vesuvio, riuniti fino a tarda sera, avvertono: «Se arrivano i rifiuti, sopprimiamo il Parco del Vesuvio e ci dimettiamo». Il dialogo riprende alle 18 di giovedì prossimo alla Provincia, con un nuovo tavolo, dopo che i sindaci di Boscoreale, Terzigno, Boscotrecase e Trecase avevano occupato il palazzo di piazza Matteotti. È un passo che spinge il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, a sospendere lo sciopero della fame. «Ci hanno assicurato che noi sindaci potremo parlare da pari a pari con il governatore e con Cesaro. Non siamo disposti a svendere la nostra salute», sottolinea. Battaglia trasversale. Accanto a loro è schierato Pino Capasso, capogruppo Pd alla Provincia, sindaco di San Sebastiano e presidente della comunità del Parco: «Pilatescamente, prima l´assessore Ruggiero e poi il presidente della Provincia si sono rimangiati la loro stessa opposizione alla seconda discarica del vesuviano. Quale credibilità hanno?».
L´anatema di Auricchio. Un caso a parte, il risentimento del sindaco Pdl di Terzigno Domenico Auricchio «Un Comune che ha dato oltre l´80 per cento dei suoi voti a Berlusconi, ha il diritto di chiedere il suo intervento». E tra l´ovazione dei concittadini, aggiunge. «Domani (oggi, ndr), mentre il premier fa il suo discorso al paese, sarò a Montecitorio con la fascia tricolore, a dirgli che non pagheremo il prezzo delle loro inefficienze».
I nuovi raid. Prima il raid a via Pasquale Scura. Un commando di dieci persone con i volti coperti da caschi e passamontagna. Sbucano ai Quartieri, bloccano il camion di Enerambiente, impegnato nella raccolta. Il botto, le fiamme, il mezzo distrutto, mentre gli autisti sono già in salvo e l´incendio danneggia anche due auto. Strategia della tensione, ancora. La Digos conferma che l´agguato è sempre legato alla lotta dei 130 dipendenti della coop Davideco licenzata dal settore differenziata. C´è poi l´altro assalto ai mezzi. Avviene a San Giuseppe Vesuviano. Qui il commando è armato di pistole, blocca due autocompattatori della società Quarto Multiservizi, scaraventa fuori dalle cabine guida i conducenti. Uno di loro viene picchiato, il mezzo danneggiato.