Anche qui c’è sacchetto selvaggio così crescono le nuove discariche
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Deve essere questa la massima che spinge sempre più avellinesi a sversare, illegalmente, i propri rifiuti nelle zone più nascoste della città. In prossimità dei cavalcavia, lungo le «cupe» che costeggiano i torrenti, ai margini delle strade meno conosciute, ci si imbatte in vere e proprie mini discariche a cielo aperto. Cimiteri di frigoriferi dismessi, televisori, arredo bagni spaccati, giocattoli, copertoni, batterie che si accatastano all'ombra dei palazzi, soprattutto di quelli sul fondovalle Fenestrelle.
Percorrendo la principale arteria fluviale di Avellino ci si accorge che l'emergenza rifiuti è sempre dietro l'angolo o in alcuni casi dietro una siepe, in uno slargo, in un fossato. Dal momento che anche la provincia di Avellino, da domani e fino a domenica, aderirà all'iniziativa «Puliamo il Mondo 2010», l'edizione italiana del «Clean Up the World», il più grande appuntamento di volontariato ambientale che si pone come principale obiettivo proprio quello di togliere i rifiuti dalle città e sensibilizzare la popolazione al rispetto dell'ambiente, vi diciamo da dove si potrebbe, realisticamente, cominciare. Per accorgersi della quantità di materiali sversati illegalmente sul suolo pubblico basta fare un giro al di là della bretella che collega il centro della città di Avellino con la statale 7 bis. È sufficiente scendere per via Zigarelli per annusare i miasmi dei primi sversatoi a cielo aperto. «Ogni giorno sento i rumori delle portiere delle auto - spiega un operaio che lavora al maneggio Pescatore in contrada Chiaire - poi mi affaccio per vedere cosa succede e scopro che il volume dei rifiuti è aumentato». Il via vai di macchine e furgoni è continuo anche perché la strada è ben protetta dalla vegetazione. Il luogo ideale per liberarsi in breve tempo di tutto ciò che non serve più. «Fermano la macchina poco prima dell'ingresso per non essere visti - spiega l'operaio del maneggio - Qui alla discarica arrivano almeno dieci macchine al giorno, vengono dalla città o altrove, ma non è gente del posto». Contrada Chiaire, contrada Isca Arciprete, cupa Zigarelli, cupa Macchia, contrada Bagnoli, Valle, sono queste le zone predilette dagli avellinesi. «Sono ventitré anni che consegno pacchi e lettere in questa zona - spiega un impiegato delle Poste di Avellino - ma da quando hanno inaugurato la bretella la situazione è peggiorata. Lungo il fiume ogni giorno noto nuovi cumuli di immondizia che prima non c'erano». A pochi passi dal centro ma ben nascoste alla Polizia municipale, queste aree vengono prese d'assalto soprattutto nelle prime ore pomeridiane ed in quelle notturne. «Siamo a conoscenza di queste fette di suolo pubblico utilizzate abusivamente per lo smaltimento dei rifiuti - spiega il Comandante della Polizia municipale, Fabrizio Picariello - abbiamo avviato opere di prevenzione dislocando nelle zone interessate auto civetta e agenti in borghese, ma questo non può bastare perché siamo pochi e presidiare tutte le aree notte e giorno non è possibile». Proprio ieri, l'assessore provinciale all'Ambiente Domenico Gambacorta aveva dichiarato orgogliosamente che l'Irpinia ha tutte le carte in regola per avviare la provincializzazione dei rifiuti già dall'anno prossimo. Se lo augura anche il Comandante Picariello anche se non nasconde qualche perplessità sui rapporti tra il Comune di Avellino e l'Asa. «Abbiamo più volte segnalato queste discarica all'Asa - spiega Picariello - ma siamo ancora in attesa di capire quali interventi adotteranno. Non vorrei che ci siano dei problemi tra il Comune e l'Asa». Problemi che secondo l'assessore comunale all'Ambiente Gianluca Festa non sono da imputare alla società di viale Italia ma che zsono spia di una carenza di civiltà che si cerca di tamponare con le sanzioni amministrative» senza troppo successo. Sta di fatto che da giugno ad oggi la pattuglia ambientale ha beccato con le mani «sul sacco» sia privati cittadini che esercenti ed ha emesso almeno 15 sanzioni con importi considerevoli che vanno dai 500 euro a salire. «Non possiamo soltanto far rimuovere la spazzature da queste aree ed emettere sanzioni - obietta il Comandante Picariello - occorre un’ azione di prevenzione e sensibilizzazione per far si che questi episodi non accadano».