"Rifiuti, la Fibe paghi per i siti di ecoballe"
I costi di gestione dei siti di ecoballe saranno a carico della Fibe. Si è risolto così il contenzioso sollevato nei mesi scorsi dalla Gisec, la società provinciale per i servizi ambientali guidata da Felice Di Persia, nei confronti della stessa Fibe in relazione alle spese per la custodia delle ecoballe nei tre siti di Marcianise, Capua—Brezza e Villa Literno. Ieri la quinta sezione del tribunale di Napoli ha accolto l’istanza avanzata lo scorso luglio dalla Gisec la quale, attraverso il legale Vincenzo Domenico Ferraro, chiedeva che non fosse più a carico dell’azienda provinciale ma delle società Fibe spa e Fibe Campania spa - ex affidatarie della gestione - il costo di custodia dell’area destinata alle ecoballe. Sul punto anche la Procura di Napoli, sempre a luglio, si era espressa favorevolmente. Fra gli effetti immediati di questo provvedimento, un primo vantaggio economico: la Gisec (e quindi la Provincia di Caserta che ne detiene il controllo), non dovendo più provvedere alla custodia dei tre siti di stoccaggio, risparmierà una somma pari a circa tre milioni di euro all’anno. I tre siti erano stati posti sotto sequestro da parte della magistratura l’8 agosto 2007 nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Napoli sul ruolo della Fibe nell’emergenza rifiuti in Campania. Secondo i pm quelle aree non ospitavano le cosiddette «ecoballe» ma erano da considerarsi come delle vere e proprie discariche, piene di rifiuti indifferenziati. Dall’entrata in vigore della legge 26, ovvero a partire dallo scorso 1 gennaio, c’è stato il passaggio di consegne relativamente alla custodia di tali siti, che dal commissariato di governo (cui la Fibe, uscita di scena, li ha ceduti) è passata alla Gisec e alle altre società provinciali territoriali. «Anche questo provvedimento del Tribunale di Napoli – ha detto il presidente della Provincia Domenico Zinzi – dimostra la correttezza della nostra linea amministrativa. Così come già accaduto nel recente passato, la magistratura ha accolto le nostre richieste. Nello specifico, tale decisione comporterà un notevole risparmio per l’ente e, di conseguenza, per tutti i cittadini della provincia di Caserta». Ma intanto alcune aree del territorio continuano a soffrire e a tentare rimedi. A Maddaloni da ieri sera, e molto probabilmente durerà almeno 24 ore, è cominciata la bonifica delle aree urbane: Maddaloni e San Nicola la Strada. Il sindaci Cerreto e Pascariello hanno messo la Jacta spalle al muro. Ieri in prefettura, con molto senso di responsabilità e prestando attenzione ai problemi del personale in agitazione, hanno sottoscritto un accordo che salva la Jacta dal tracollo finanziario. Rispettivamente, verseranno 200 mila e 100 mila euro aggiuntivi, oltre alle rate mensili, per pagare gli stipendi arretrati al personale. Il gestore dei servizi di igiene urbana invece si impegna alla «rimozione dei rifiuti abbandonati in strada». Ma è una «tregua armata». Se la Jacta-Jacorossi non onorerà l’accordo è pronto il piano B: commissariamento dei servizi, affidamento a una impresa sostitutiva e addebito dei danni a carico della Jacta. Evitato, all’ultimo momento, lo scontro aperto. Restano però irrisolte le divergenze contabili. I due Comuni, Maddaloni in particolare, hanno una controcontabilità. La Jacta vanta debiti pregressi (per almeno due milioni e mezzo di euro) ma a sua volta ha accumulato (sotto forma di sanzioni, infrazioni al capitolato e servizi non resi) il doppio dei debiti. Dunque, a conti fatti, è il Comune di Maddaloni che rivendica un indennizzo da parte di Jacta. Il caso sarà affrontato presto in consiglio comunale: non si esclude una revoca dell’accordo. Intanto ancora cumuli di immondizia, rottami e pneumatici stazionano lungo viale Carlo III, a San Nicola la Strada, e nella periferia industriale di Marcianise e Maddaloni. Ad acuire il fenomeno ci si mettono anche i piromani. Non se la passano meglio Macerata e gli altri comuni dell’hinterland di Marcianise. Di fronte alla sede del «Centro di formazione delle maestranze edili», a Casapulla, lavatrici in disuso, divani abbandonati, sedie rotte e calcinacci hanno, di fatto, ostruito il passaggio alle auto. Le proteste dei cittadini non mancano: montagne di sacchetti si segnalano anche a Portico, soprattutto nella zona industriale, e a Recale, dove sono davvero tante le discariche a cielo aperto, a cominciare da quella in via Caserta (verso Caturano) fino a quelle in via Petrarca e via Censo. Chi invece, si è dato da fare è il sindaco di Capodrise Giuseppe Fattopace, che, nei giorni scorsi, ha ordinato una raccolta straordinaria che ha reso le strade più pulite. Quanto durerà?