Rifiuti, allarme dell'Europa
«Fate presto», l’Ue incalza l’Italia. Salute e ambiente sono a rischio e bisogna intervenire subito. Bruxelles ha già messo sotto processo l’Italia. Ma sono un’ulteriore condanna le immagini che arrivano da Napoli: montagne di rifiuti, roghi, rabbia e proteste. La Commissione Ue, con il responsabile dell’Ambiente Stavros Dimas, lancia di nuovo l’allarme e chiede alle autorità italiane di intervenire in fretta, per evitare disastro ambientale e rischi sanitari: «Continuiamo a mantenere la pressione perché venga risolta la crisi dei rifiuti. Ora sta all’Italia agire». Sono soprattutto i tempi a preoccupare l’Ue. «Non possiamo aspettare la sentenza della Corte di giustizia europea. L’Italia deve agire rapidamente - ha spiegato la portavoce del commissario Barbara Hellferich - per mettere fine ad una situazione che presenta alti rischi per la salute pubblica». Il 6 maggio scorso, per il caso rifiuti, Bruxelles ha deferito l’Italia alla Corte europea di giustizia. I tempi del procedimento rischiano però di essere troppo lunghi di fronte alla gravità della crisi. «Potrebbero passare mesi, mentre invece Napoli e i suoi cittadini - ha affermato Hellferich - hanno bisogno di risposte immediate. Noi siamo pronti ad assistere l’Italia con l’invio di mezzi ed esperti, ma ci vuole dall’altra parte la volontà di risolvere la situazione». Soluzioni che dovranno essere mirate, con misure da calibrare sul medio e lungo periodo, e che siano in grado di incidere sulla gestione e lo smaltimento dei rifiuti. Bruxelles insiste: «La raccolta estemporanea dei rifiuti non basta, perché risolve il problema per pochi giorni, ma poi inevitabilmente - ha concluso la portavoce di Dimas - assistiamo al ripetersi di fatti inaccettabili. I rischi per l'ambiente e la salute sono troppo alti». L'Italia deve quindi agire rapidamente, sapendo di poter contare sul fatto che la Commissione Ue «è pronta ad assistere l'Italia con mezzi e know how, sempre che ci sia la volontà di risolvere il problema». Una ulteriore strigliata, alla quale il governo replica subito con lo stanziamento di 10 milioni. Serviranno per finanziare il piano operativo per la salute, in tre punti, che verrà presentato domani a Napoli e che prevede «l’informazione corretta alla popolazione», l'«educazione e la formazione degli operatori medici» e la «sorveglianza di quanto si sta realizcando». No agli allarmi ingiustificati, ma sulla necessità di intervenire con efficacia e in tempi brevi è d’accordo l’altro sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio. «Il fatto che sia necessario agire subito è fuori discussione, perchè siamo dinanzi ad una enorme emergenza ambientale. Ma, al momento, non ci sono evidenze che indichino rischi per la salute connessi all'emergenza rifiuti a Napoli. Al momento - ha sottolineato Fazio - non esiste alcuna dimostrazione o evidenza scientifica di eventuali danni alla salute come conseguenza diretta dell'emergenza rifiuti nel Napoletano». Il sottosegretario Fazio, come la sua collega Francesca Martini, ha inoltre confermato che non vi è, allo stato, rischio di leptospirosi poiché a Napoli non vi sono ratti infetti: «L'ultimo caso sul territorio - ha precisato - si è registrato alcuni anni fa, mentre casi sono segnalati in altre regioni, ad esempio nella Laguna Veneta».