Orgoglio a Forcella, la gente pulisce le mura greche

Monumento ricoperto dall'immondizia
tutto il quartiere si è messo all'opera
24 settembre 2010 - Paolo Barbuto
Fonte: Il Mattino

Niente guanti né stivali, mani direttamente nell’immondizia, e un paio d’ore di lavoro con buona lena: così le mura greche di piazza Calenda sono risorte dall’immondizia che le aveva seppellite. Raccolta fai da te L’intervento non è stato garantito dall’Amministrazione e nemmeno da una ditta specializzata: a fare pulizia hanno pensato direttamente gli abitanti di Forcella. A questo punto la storia prende una piega diversa, diventa una di quelle favole che solo Napoli è capace di raccontare, la Napoli delle persone di cuore e di buoni sentimenti che si trovano ovunque, anche in certi quartieri bollati a fuoco col marchio del degrado. Stavolta è stata Forcella a dare una lezione alla città, e l’ha fatto con semplicità ed entusiasmo. La vicenda è iniziata mercoledì mattina quando in piazza Calenda si sono presentati gli agenti del nucleo beni culturali della polizia municipale, al comando del tenente Filomena Vicario. Hanno ritrovato le mura greche travolte dall’immondizia, hanno chiesto interventi rapidi, hanno ricevuto le solite risposte ufficiali che prevedono richieste formali, risposte tecniche, interventi scadenzati nel tempo. La gente di Forcella ha guardato, ha ascoltato, si è organizzata: «Non vogliamo vergognarci della nostra piazza, non vogliamo aspettare i burocrati. Ci penseremo noi». E la macchina dell’organizzazione è partita a suon di persone chiamate a gran voce, di richieste di partecipazione più o meno vibrate, di ricerca di sacchetti, di selezione delle «figure» adatte a tuffarsi nel catino delle mura greche che può essere affrontato solo dai più atletici. D’accordo, proviamo a leggere nel pensiero dei benpensanti e immaginiamo le critiche: quelle persone sono saltate dentro un’area archeologica e non hanno chiesto nessun permesso, non hanno mandato fax, non hanno atteso risposte. Chi vuole considerarle colpevoli faccia pure, ma dovrà anche dimostrare l’innocenza di chi ha consentito che l’antico ritrovamento finisse seppellito dal pattume. I più attivi nella pulizia sono stati due: Pina «la romana» e Ciro «chiuvetiello» (chiodino) Lambiase. Si sono arrampicati, sono saliti, sono scesi, e non si sono fermati finché la vasca che protegge la mura greche non è stata liberata dall’immondizia. Tutt’attorno a loro, nella piazza, un brulicare di persone a raccogliere il materiale più ingombrante, a portare nuovi sacchetti, a dare un semplice supporto o a portare una tazza di caffè. Quando ieri mattina i vigili sono tornati, hanno scoperto che laddove la macchina comunale si è bloccata, Forcella è riuscita a intervenire. Tra la gente del quartiere, a sostenere la causa delle mura greche, anche il consigliere municipale Salvatore Castiello che già molte volte («almeno una decina», sorride), si è impegnato in prima persona per interventi analoghi. Ma Castiello ha fatto un passo indietro di fronte all’iniziativa popolare: «Stavolta è stato il quartiere a muoversi. Nessuno deve impossessarsi di questa iniziativa». Quando l’area archeologica è stata ripulita, la gente di Forcella ha tentato di dedicarsi anche alle fioriere devastate. Ma l’impresa era troppo ardua senza i mezzi adatti così, come leggete nell’articolo qui di fianco, è intervenuta la Municipalità con il supporto di uomini e mezzi della Metropolitana di Napoli. Avrete notato che in questo racconto ci sono solo due nomi. Ne mancano decine di altri: tutte persone che si sono battute per l’intervento, che hanno organizzato, partecipato e gioito per il risultato finale. Nessuno ha voluto vedere il nome pubblicato sul giornale. E anche qui potete sbizzarrirvi come volete: da quelle parti si vive anche di contrabbando e di parcheggio abusivo, di illegalità; forse è meglio evitare di finire in vetrina. A noi che abbiamo guardato in faccia quelle persone e ne abbiamo condiviso l’avventura, consentite semplicemente di pensare che la gente di Forcella ha voluto fare un regalo anonimo alla città: una giornata di pulizia e legalità per cancellare il marchio di quartiere «da evitare».

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