Il patron dell’azienda veneta «Ho paura, ormai è una guerra»
«Questa non è più una vertenza lavorativa ma una guerra». Stefano Gavioli è il proprietario e patron di Enerambiente. Veneto doc, ha appreso della devastazione e del raid nella sua azienda mentre era in volo per Venezia. All’aeroporto ha chiamato i suoi uomini che gli hanno raccontato cosa è successo.
Allora Gavioli, pronto a fuggire da Napoli?
«Sono sconvolto, ora non so cosa farò, devo prima capire bene cosa è accaduto».
Si è fatto un’idea del perché di un simile attacco?
«Sono intimidazioni, da quattro anni sto a Napoli e lavoriamo con Asìa ma tutto questo non mi era mai capitato».
Ha ricevuto minacce in questi giorni?
«Di questo non parlo, prima devo capire bene la situazione devo parlare ancora con la mia gente».
Cosa deve capire?
«Sono sconvolto, la nostra è un’azienda di famiglia devo pensare alla mia gente».
Lei è da quattro anni a Napoli: c’è stata una vera emergenza, senza però minacce e ricatti.
«Sì, ne abbiamo passate di tutti i colori ci siamo rimboccati e maniche ma abbiamo fatto quello che dovevamo fare».
A Napoli si ipotizza che questi disordini siano dovuti ai rapporti di Enerambiente con Davideco. Può spiegare bene questo aspetto del suo lavoro?
«Noi vogliamo solo lavorare, pulire la città ed essere pagati».
Su Davideco?
«Non parlo di questo. Datemi un po’ di tempo, stanno lavorando gli avvocati».
Napoli torna in copertina nuovamente per la crisi rifiuti, si sente un po’ responsabile?
«Napoli non merita ancora questa onta. Io voglio solo lavorare ed essere pagato».
Perché dal Comune non arrivano soldi?
«Tutti sanno come stanno le cose, ora stiamo trovando gli accordi».
È d’accordo che questa è una vicenda ingarbugliata?
«Io sono stravolto, distrutto, impaurito, si tratta di intimidazioni. Devo tranquillizzarmi, anche io poi affronterò tutte le interviste e le domande».
Ritornerà presto a Napoli?
«Ora vado dalla mia famiglia, poi si vedrà».