Cumuli e proteste slalom dei bimbi davanti alle scuola

In strada 600 tonnellate, rischiano di triplicare
Riesplode la crisi in tutti i quartieri
24 settembre 2010 - Adolfo Pappalardo
Fonte: Il Mattino

Rifiuti, rifiuti ovunque. Cumuli su cumuli. Scene già viste centinaia di volte. Purtroppo. Ora le nuove istantanee con il Lungomare invaso dai sacchetti, gente che fa jogging passandovi di fianco e ragazzini che per entrare a scuola devono inventarsi slalom contorti. Cumuli immondizia per strada Sì, è tutto già accaduto ma nei giorni più bui dell’emergenza, quando non c’erano discariche o siti in cui sversare l’immondizia e l’inceneritore di Acerra era ancora da costruire. Dietro questa crisi invece, almeno per ora, c’è solamente lo sciopero selvaggio di 68 autisti (hanno presentato regolare certificato medico per malattia) di Enerambiente, la società privata che affianca l’Asìa nella raccolta dei rifiuti in città. «Abbiamo chiesto all’Inps di fare le opportune verifiche con visite mediche», tuona l’assessore comunale all’Ambiente Paolo Giacomelli. Si vabbè ma Napoli è di nuovo sommersa d’immondizia, in periferia come in centro. In strada, ieri, sono rimaste 600 tonnellate di rifiuti che raddoppieranno oggi. Tra oggi e la notte di domani, anche se la situazione dovesse rientrare e tutti saranno al lavoro, siamo comunque a 1800 tonnellate. Troppe per risolvere tutto in 24 o 48 ore. L’area più interessata è quella del Vomero e del centro storico dove la raccolta dei rifiuti avviene di notte mentre in periferia la raccolta si fa in pieno giorno. Ora però è paralisi. E nei prossimi mesi con l’annunciato esaurimento degli sversatoi di Terzigno prima e Chiaiano dopo, la situazione può solo peggiorare in mancanza di alternative. E dall’altra notte, sono iniziati i primi roghi. Non si erano mai fermati nei paesi dell’hinterland, erano iniziati in periferia dalla fine della settimana scorsa. Ora gli interventi notturni dei vigili del fuoco segnalano i primi nel cuore della città. Colonne di fumo e aria irrespirabile. Il segnale che lo scenario è già da codice rosso se per vedere gli scatti di via Caracciolo o della zona di Chiaia invase dell’immondizia bisogna tornare almeno agli ultimi mesi del governo Prodi, quelli del braccio di ferro dall’allora ministro Pecoraro Scanio e il capo della protezione civile Guido Bertolaso. Era la fine del 2007. Allora una delle immagini simbolo diventò la scuola media Tito Livio, nel cuore di Chiaia, il salotto buono di Napoli, quello delle boutique esclusive e degli studi di grido, accerchiata dai sacchetti accumulatosi senza che fossero raccolti. La stessa scena, uguale, è di ieri mattina. Cambiano solo i volti dei ragazzini e delle madri, ma è ossessivamente uguale lo slalom davanti la Tito Livio per evitare il cumulo ed entrare in classe. E così in via De Gasperi a pochi metri da palazzo San Giacomo e il maschio Angioino o in via Santa Lucia, poco lontano dalla sede della Regione. Tutto maledettamente uguale secondo un plot che si ripete da ben tre lustri.

Powered by PhPeace 2.6.4