L’Esercito a guardia delle discariche
«Ci sono molte attese, è vero. Noi stiamo facendo il possibile e l’impossibile, ma non abbiamo la bacchetta magica». Paolo Bonaiuti, sottosegretario e portavoce del governo, esterna così i timori che serpeggiano in queste ore ai piani alti di palazzo Chigi per il clima di tensione che dopodomani il governo troverà a Napoli. Silvio Berlusconi vuol mantenere fede alla promessa di riunire il primo consiglio dei ministri nel capoluogo campano, anche se ieri mattina qualche dubbio sull’«opportunità» e «sul momento» è arrivato sino ad Arcore. Il rischio di ritrovarsi nel mezzo di una situazione incandescente, Berlusconi lo aveva presente ben prima della salita a palazzo Chigi, chiederà «cautela» nelle dichiarazioni a tutti i i ministri. Berlusconi rintrerà oggi a Roma per mettere a punto i provvedimenti che verranno varati a Napoli e che ha già discusso con i ministri competenti, Stefania Prestigiacomo (Ambiente) soprattutto. Il piano che il governo sta definendo in queste ore si muove su pochi punti e di fatto conferma le scelte che l’attuale commissario Gianni De Gennaro ha fatto in stretto raccordo con Comune, Provincia e Regione. Per superare l’emergenza e attendere l’entrata in funzione dei termovalorizzatori il governo punta a difendere la scelta fatta dal comune di Napoli, anche se poi rimessa in discussione, del sito di Chiaiano. L’ex cava è in grado di contenere 700mila tonnellate di rifiuti e da sola basterebbe per superare la fase d’emergenza. Nel piano anche un decina di nuovi siti sparsi per le province campane che «i sindaci responsabili», dovrebbero autorizzare. A difesa delle scelte il governo è pronto a schierare l’Esercito. Ieri mattina il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha discusso della faccenda con il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano. I costosissimi treni che trasportano i rifiuti all’estero dovrebbero essere fermati. Il costo, 250 euro a tonnellata e le quantità di rifiuti da stoccare (6 milioni di tonnellate), rischiano di mangiarsi il taglio dell’Ici. Accelerare al massimo l’entrata in funzione dei termovalorizzatori è l’altro punto su cui ruota il piano di palazzo Chigi. L’ultimazione e la gestione dell’impianto di smaltimento di Acerra dovrebbe essere affidato, senza gara e a trattativa diretta, alla bresciana «A2A». Procedure molto più snelle per realizzare gli altri due impianti già previsti, uno a Salerno e l’altro a Santa Maria La Nova. Nel decreto si dovrebbe affrontare anche la questione delle ecoballe di Acerra (6 milioni) e verrà messo nero su bianco che il rischio di una possibile emergenza sanitaria «rende necessario adottare provvedimenti d’urgenza». L’adozione da parte del governo del piano messo a punto dal commissario straordinario Gianni De Gennaro rende quasi ovvia la proroga. Una breve, forse brevissima proroga, in vista di una soluzione più politica che potrebbe riportare d’attualità il nome di Guido Bertolaso, oppure spianare la strada alla nomina di un sottosegretario all’emergenza. «Non vedo perché si debba rinunciare al lavoro di De Gennaro», spiegava ieri pomeriggio Italo Bocchino, vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera.