Discarica sotto assedio: incendiati otto camion nuovo stop allo smaltimento alle falde del Vesuvio

Notte di fuoco a Terzigno: in fiamme gli automezzi carichi di immondizia
23 settembre 2010 - Francesco Gravetti , Fernando Bocchetti
Fonte: Il Mattino

Boscoreale-Terzigno. La discarica nel Parco Vesuvio è sotto assedio. Dopo la notte di violenze e tensioni (quella tra martedì e mercoledì, con 8 mezzi dati alle fiamme), ora gli autocompattatori carichi di rifiuti provenienti da Napoli e dalla provincia non possono sversare. Sono in coda nel lungo serpentone che parte proprio dai cancelli dell'invaso, classificato come zona militare e strategica. Prima ci sono i camion che sono stati dati alle fiamme martedì notte, poi quelli danneggiati e che non possono essere spostati, e infine quelli che si sono aggiunti di ora in ora, a formare una fila di oltre un chilometro. L'attività del sito di località Pozzelle, a Terzigno, è dunque bloccata e a vigilare che resti tutto fermo ci sono centinaia di cittadini, oltre che numerosi amministratori comunali del vesuviano. Cittadini e politici sono intenzionati rimanere giorno e notte davanti ai cancelli della ex Sari. Martedì notte erano arrivati con un corteo spontaneo ma la situazione è poi degenerata in atti di violenza appena il sindaco di Boscoreale Gennaro Langella, che guidava la sfilata con la fascia tricolore, si è allontanato in ambulanza colto da malore. Dimesso dall'ospedale di Boscotrecase il primo cittadino ha commentato: «Sono profondamente rammaricato e contrariato per quanto accaduto la scorsa notte per opera di vandali, autentici delinquenti, che nulla hanno a che fare con la pacifica protesta che ieri sera hanno inscenato oltre duemila cittadini. Lo scempio ambientale che il nostro territorio sta subendo non si combatte con la violenza - e sottolinea - violenti, i delinquenti, vanno isolati senza alcuna esitazione». Langella, comunque, ha intenzione di proseguire nella protesta e ribadisce la volontà di attuare da sabato lo sciopero della fame, se fosse confermata l'ipotesi di aprire la seconda discarica. Anche il Movimento in Difesa del Territorio prende le distanze da chi ha dato alle fiamme gli autocompattaori ma il rappresentante Enzo Iandolo spiega: «La rabbia per le condizioni d'invivibilità può generare anche reazioni violente in una minima parte di soggetti tra le oltre 2mila persone presenti ieri - e aggiunge - siamo certi che il nuovo caos rifiuti sia stato creato ad hoc per costringerci ad accettare la seconda discarica ma dopo tre anni di latitanza la popolazione e sindaci si sono svegliati». Tre dei camion danneggiati sono del Comune di Sant'Anastasia, col sindaco Carmine Esposito che è andato su tutte le furie: «È evidente che la situazione dei rifiuti in provincia è ancora drammatica». Intanto, due tende della protezione civile sono state offerte ai manifestanti dai sindaci di Boscoreale, Gennaro Langella e Terzigno, Domenico Auricchio. Con loro, anche quelli di Trecase e Boscotrecase, Gennaro Cirillo e Agnese Borrelli solidarizzano con i comitati. Successivamente, politici e cittadini si sono ritrovati in serata al consiglio comunale di Terzigno. Nel corso di una seduta straordinaria, convocata in fretta e furia dal presidente Stefano Pagano, alla quale hanno partecipato anche diversi esponenti della politica provinciale e regionale è stato votato un documento di condanna all'ipotesi di aprire la seconda discarica. Gli amministratori dei quattro comuni vesuviani hanno poi stabilito di aprire stamattina un tavolo permanente che coordini le azioni da intraprendere per impedire l'apertura della seconda discarica nell'ex cava Vitiello. Vi parteciperanno, oltre ai sindaci, anche il presidente del Parco Nazionale del Vesuvio Ugo Leone e il presidente della comunità del Parco e sindaco di San Sebastiano Giuseppe Capasso, mentre da Pompei il consiglio comunale ha inviato un messaggio di solidarietà. Intanto, a Marano, in località Pozzo Vallesana, la rabbia della gente è scoppiata quando ha visto i camion respinti a Terzigno recarsi presso la discarica di Chiaiano per un conferimento speciale di 500 tonnellate. I cittadini hanno visto decine di automezzi entrare nel sito e sversare, poi li hanno fermati all'uscita: un blocco di quasi due ore, per manifestare il dissenso rispetto a quello che loro considerano l'ennesimo abuso ai danni del territorio. Una delegazione è anche entrata nell'impianto, chiedendo spiegazioni.

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