Cumuli, roghi e proteste: l'Asìa ostaggio delle ditte
Seicento tonnellate di rifiuti a terra, così si è svegliata Napoli ieri mattina: sporca, maleodorante e con la prospettiva che anche oggi non andrà poi tanto meglio. E sono tornati i roghi dei cassonetti, i vigili del fuoco hanno effettuato decine di interventi in tutta la città. Il sindaco Rosa Russo Iervolino invoca l’intervento del prefetto: «Se la società non è in grado di trasmettere un senso di responsabilità ai dipendenti, ci vorrà un provvedimento del prefetto» il suo appello. A chi si riferisce? E soprattutto cosa è successo? Il destinatario dell’accusa è la società Enerambiente. Azienda che affianca Asìa nelle operazioni di raccolta, smaltimento e spazzamento della città. La tensione è a livelli di guardia. La raccolta si è bloccata perché un centinaio di cosiddetti «stagionali» o facenti parte di cooperative che in passato sono stati utilizzati da Enerambiente hanno paralizzato il servizio. C’è stato chi addirittura ha minacciato di lanciarsi nel vuoto dopo essere salito sul tetto della struttura di via De Roberto. Perché la protesta? Dal primo novembre - quando partirà il nuovo appalto che vede coinvolte due ditte liguri - circa 300 persone non avranno più un lavoro. Sono appunto i lavoratori della cooperativa Davideco noti anche come stagionali. Già finiti nel mirino della Procura e soprattutto dell’ispettorato del lavoro. Secondo quest’ultimo ufficio, Enerambiente avrebbe utilizzato Davideco in subappalto contravvenendo alle leggi. Enerambiente avrebbe utilizzato 300 dipendenti della cooperativa assunti attraverso una società interinale. Secondo l’ispettorato del lavoro, visto che la forza lavoro esterna rappresenta quasi la metà di quella quotidianamente in campo in Enerambiente, 700 persone, si configurerebbe un subappalto. Secondo Enerambiente, invece, il ricorso a dipendenti esterni sarebbe stato occasionale. Un pasticcio burocratico per alcuni, lo spettro della disoccupazione per 400 lavoratori ai quali le due ditte liguri hanno già detto chiaro e tondo che non ne prenderanno in carico nemmeno uno. «Tutta la raccolta dei rifiuti appannaggio di Enerambiente non è stata effettuata» conferma l’assessore Paolo Giacomelli che ha la delega all’Igiene urbana. «Siamo rimasti - racconta - insieme con i miei collaboratori e all’amministratore di Asìa Daniele Fortini fino alle 4 di mattina sul cantiere di Enerambiente e purtroppo ci siamo resi conto che questo blocco è solo una vigliaccata contro la città». Parole forti perché il sospetto che serpeggia a Palazzo San Giacomo è che a manifestare e a bloccare i camion siano stati parenti di chi già è assunto in Enerambiente. I cooperatori o stagionali sarebbero parenti di primo grado di molti lavoratori dell’azienda e quindi si sta verificando questa «solidarietà» che peso ha avuto nello stop alla raccolta. La questione è stata segnalata dall’assessore al questore. Non è escluso che in caso di nuova protesta si identifichino e denuncino coloro i quali non fanno i loro lavoro. Potrebbe scattare una denuncia per interruzione di servizio pubblico. «È chiaro - dice Fortini - che si tratta di uno sciopero selvaggio, immotivato, perché mi rifiuto di credere che i lavoratori Enerambiente siano stati tutti intimiditi dalla pressione degli stagionali senza più lavoro». Secondo le stime effettuate da Asia, se il prefetto precetterà i lavoratori di Enerambiente, la situazione della raccolta rifiuti tornerà normale entro la giornata di domenica. Ma al di là della questione Enerambiente i venti di crisi sul pianeta rifiuti soffiano forti e li sintetizza bene Nino Funaro, consigliere comunale dei Popolari: Funaro punta l’indice contro la Provincia: «C’è uno scaricabarile in atto. Quanto programmato da Bertolaso doveva concretizzarlo la Provincia. Cosa ha il presidente Cesaro per dotare il territorio degli impianti? Perché la Regione non trasferisce i fondi deliberati per la raccolta differenziata a favore dei comuni? A Napoli ne spettano 8 milioni e 250mila».