Discarica di veleni nelle terme, Sindaco denunciato
Gli uomini della stazione di Napoli del Corpo Forestale dello Stato, guidati dal comandante Roberto Mottola, hanno scoperto una immensa discarica nel cuore del parco delle terme di Agnano. Duemila metri quadrati ricoperti da ogni tipo di rifiuto: dai residui di lavori edili ai contenitori di solvente, da mobili e suppellettili al pericolosissimo e onnipresente amianto. E in mezzo al pattume anche decine e decine di faldoni contenenti documenti riconducibili alle attività del tribunale: relazioni tecniche, comunicazioni di ordinanze, comparse di risposta. L’area è stata sottoposta a sequestro, e subito sono partite due denunce alla procura della Repubblica: una per il presidente delle Terme, Vincenzo Spadafora, l’altra per il sindaco di Napoli, Iervolino, in qualità di rappresentante dell’Amministrazione che è socio unico di Terme di Agnano Spa. Il sequestro riguarda una zona interna del parco e non mette a rischio l’attività del centro termale che prosegue regolarmente. Il ritrovamento è avvenuto nel corso di una operazione di controllo del territorio coordinata dal comandante provinciale della Forestale, Vincenzo Stabile, e condotta in prima persona dal responsabile di Napoli, Mottola, con l’assistente Gaetano Principe e gli agenti scelti Giorgio Castaldo, Gennaro di Tuccio e Gabriele D’Aniello. L’accesso al parco non è avvenuto attraverso l’ingresso principale ma tramite uno dei cancelli perimetrali: un rappresentante delle Terme ha materialmente aperto la serratura per consentire il passaggio degli uomini della forestale che hanno iniziato la perlustrazione della zona. Dopo aver percorso circa seicento metri, raggiunto il cuore del parco, la scoperta della discarica. Numerosi, e giganteschi, cumuli di immondizia di ogni genere erano sparsi ovunque, sistemati al centro di aree nelle quali erano chiarissimi i segni di vecchi incendi: anche quel nuovo materiale era pronto ad essere dato alle fiamme. Subito gli uomini della forestale si sono messi al lavoro cercando di capire il tipo di rifiuti depositati e aprendo i sacchetti per tentare di risalire agli sversatori illegali. Proprio dall’apertura dei sacchetti sono arrivate le prime, incredibili, scoperte. Decine di faldoni riconducibili ad uno stesso ufficio, nei quali erano contenuti anche documenti riservati del tribunale di Napoli. I faldoni sono stati materialmente sequestrati dagli uomini del Corpo Forestale. Nel frattempo sono stati allertati i tecnici dell’Arpac che hanno raggiunto il parco delle Terme e partecipato al sopralluogo. L’Arpac ha stilato una lista dei materiali accatastati nei duemila metri quadri trasformati in discarica. Tra gli altri è stata rilevata la presenza di amianto ma anche di clorofluorocarburi e di materiale elettrico. Particolare attenzione ha suscitato la presenza di un motore fuoribordo che, naturalmente, ha resistito all’aggressione delle fiamme ed è rimasto al centro di uno dei cumuli di rifiuti. Il sopralluogo ha consentito al comandante Roberto Mottola di verificare che, nelle vicinanze della discarica abusiva, si trovano sia vasche per la raccolta delle acque (che vanno a sversare direttamente nel mare) che zone sorgive. Anche sulle acque è stato chiesto l’intervento dell’Arpac che ha prelevato campioni per effettuare analisi e scoprire se risultano inquinate dal materiale pericoloso della vicina discarica.