Piano rifiuti, strappo del Pdl con Bertolaso

Appello dei parlamentari a Berlusconi
"Proroga necessaria o sarà emergenza"
22 settembre 2010 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

Una riunione del Pdl campano nella sede nazionale, a Roma, alla quale hanno partecipato parlamentari e assessori degli enti locali; la richiesta di un incontro con il premier Silvio Berlusconi e la volontà di indurre Guido Bertolaso - che non è certo un tipo facile - a concedere la proroga di almeno un anno a 4 delle cinque province campane prima di addossargli il ciclo dei rifiuti. Toni sopra le righe zero, ma molta concretezza nel volere andare fino in fondo. Luigi Cesaro, presidente della Provincia di Napoli, parlamentare, ma in questo caso dirigente nazionale del partito è molto fermo nel rilanciare la palla nel campo del governo. Il no di Bertolaso non è piaciuto. «A noi serve almeno un anno, perché di tempo per organizzarci ce ne è stato dato poco - racconta Cesaro - soprattutto considerando che abbiamo ereditato una situazione difficile. Poi c’è la questione dei fondi». Cesaro entra nel merito: «Ci serve più tempo ma anche maggiore libertà dal patto di stabilità. Abbiamo i soldi e non li possiamo spendere e senza risorse non si va da nessuna parte». Capitolo terzo la questione Bertolaso: «Noi vogliamo parlare con Berlusconi e presentargli tutte le nostre difficoltà. Confidiamo molto nel decreto ”milleproroghe” ma sono convinto che bisogna tutti quanti essere ragionevoli, altrimenti tornerà l’emergenza». La questione rifiuti dunque sbarca di nuovo a Roma e scuote il Pdl dove è in atto un braccio di ferro serio se anche ammantato da buone maniere. Ma all’occorrenza - questa la sensazione - i campani sapranno usare anche la sciabola e non solo il fioretto per vedersi riconosciute le proprie ragioni. «Lo stato di attuazione degli adempimenti previsti dalla legge 26 - si legge in una nota - con particolare riferimento all’impiantistica per il trattamento dei rifiuti e alle discariche, alla luce delle situazioni di emergenza registrate in particolare a Napoli e in alcune località delle provincia di Caserta è stato esaminato a Roma nella sala Colletti della Camera dei Deputati, su iniziativa del gruppo parlamentare del Pdl». All’incontro hanno partecipato oltre Cesaro i presidenti delle Province di Caserta Domenico Zinzi e di Salerno Edmondo Cirielli, l’assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano, l’assessore regionale ai Lavori Pubblici e al Ciclo Integrato delle Acque Edoardo Cosenza e i parlamentari del Pdl, Nicola Cosentino e Mario Landolfi. Quanti sono i soldi che si possono sbloccare con la deroga al patto di stabilità? Almeno 50-60milioni, utilissimi per mettere mano alla rifunzionalizzazione e costruzione degli impianti. La proroga di un anno dunque altrimenti il rischio emergenza, il rischio caos nella tormentata vicenda della gestione del ciclo dei rifiuti è reale. L’Sos del resto è partito in tempi non sospetti esattamente due mesi fa dalla Regione, con l’assessore delegato Romano non a caso ieri presente al vertice. Nella sostanza dal primo gennaio 2011 le Province dovrebbero avere l’intero pacchetto rifiuti compresa la riscossione della Tarsu, ai comuni rimarrebbe solo lo spazzamento. Perché le Province possano adempiere a un simile compito dovrebbe essere andato a regime già il piano dei piani che è quello della Regione. Ma le cose non stanno così. Nel ping pong Roma-Napoli Bertolaso si è molto lagnato per i ritardi accusando gli enti locali di «dormire» rispetto agli impianti e al pacchetto normativo da mettere in campo. «Noi a Caserta - ha replicato Zinzi - abbiamo fatto tutto». Stanno davvero così le cose ovunque? È evidente che il rientro all’ordinario deve essere necessariamente delineato nel Piano regionale ma con i sindaci, i comuni che vanno ascoltati. Tutto questo processo per un motivo o per un altro non è ancora concluso. C’è chi dice che è alle battute iniziali che i ha buon punto, tutti però sono d’accordo su di un punto: la strada da percorrere è ancora lunga. Il piano regionale è il piano dello smaltimento rifiuti solidi urbani che a sua volta deve essere accompagnato da un riordino normativo e adeguato al codice per l’ambiente. È stata avviata la fase di analisi di congiunzione di tutti i vari piani delle province e dei comuni, però il filo rosso per collegarli tutti non è stato ancora tirato fuori. Manca «l’approccio sistemico». Un nodo fondamentale ancora da sciogliere.

Powered by PhPeace 2.6.4