Frana, sicurezza in appalto
Savignano. Siamo alla svolta. Appaltare i lavori per la messa in sicurezza della frana di Montaguto entro 30 giorni; realizzare le opere previste dal progetto esecutivo, invece, entro tre mesi. La somma da impegnare in questa prima fase è di nove milioni di euro, successivamente saranno utilizzati altri dieci milioni, messi a disposizione dalla regione Campania. Sono le novità emerse al termine della conferenza dei servizi che la protezione civile ha tenuto nella sala consiliare di Savignano alla presenza degli amministratori locali, tecnici dell’Anas, delle Ferrovie dello Stato, del Genio Civile di Ariano, dell’Autorità di Bacino, Soprintendenza ai Beni ambientali, Arpac, esercito e rappresentanti degli ordini professionali. L’ingegnere Nicola Dell’Acqua, braccio destro del capo della Protezione civile Guido Bertolaso, si è mostrato ottimista sulla svolta in atto. «Stiamo rispettando - spiega - la tabella di marcia stilata nei momenti più difficili di questa emergenza. In effetti completiamo una fase progettuale già in atto, che prevede l’eliminazione dell’acqua dal corpo della frana e dai laghetti sovrastanti. Adesso si passa ad opere più importanti, tra cui la sistemazione di fosso Nocelle e vallone Tre Confini, che permetteranno di tenere sotto controllo per diversi anni il fenomeno franoso. Certo, la frana continua a muoversi di almeno un centimetro al giorno ma non ci troviamo più di fronte al dramma di dover arginare un movimento di terreno argilloso di due metri e mezzo al giorno, come avveniva lo scorso anno. Prima c’era il problema della somma urgenza, oggi si ragiona con serenità per evitare che il fenomeno franoso possa riproporsi». Il progetto presentato nella conferenza dei servizi è stato redatto da tecnici dell’Università di Firenze e del Cnr, che da circa un anno stanno monitorando e studiando la frana di Montaguto. Osservazioni che possono essere considerate delle raccomandazioni sono state fatte all’Autorità di Bacino e da alcuni sindaci, che ritengono fondamentale impegnare successivamente le associazioni di volontariato e la Comunità Montana nel controllo delle opere realizzate nell’area frana. «In questo momento - continua Dell’Acqua - la situazione è ottima, ma non per questo abbassiamo la guardia. Dobbiamo procedere speditamente verso la gara d’appalto dei nuovi lavori. È evidente che anche il ruolo dell’esercito sta per esaurirsi. I militari attualmente sono impegnati a tenere pulito il piede della frana. Entro il 31 di ottobre abbandoneranno definitivamente il cantiere». Per la statale 90 delle Puglie il discorso rimane sospeso. «Noi rappresentiamo la protezione civile - ha specificato Dell’Acqua -; il nostro compito è di superare l’emergenza. E posso assicurare che entro i prossimi quattro mesi sarà un capitolo concluso. Per la statale 90 devono intervenire, invece, le amministrazioni locali, l’Anas e le Ferrovie. Sono loro i soggetti deputati a risolvere il problema. Da parte nostra ci impegniamo a tenere disponibile l’attuale bretella, che per come è realizzata assolve bene al compito di sopportare il traffico veicolare tra Campania e Puglia». In effetti l’Anas sta già lavorando ad ipotesi progettuali per recuperare il vecchio tracciato della statale 90 delle Puglie. La preoccupazione maggiore riguarda, piuttosto, il reperimento delle risorse.