Caldoro: «Su rifiuti e partecipate sprechi e lottizzazioni selvagge»
«Stiamo lavorando senza sosta per fronteggiare le tante emergenze e per creare sviluppo. La situazione è difficile, ma lo sapevamo. Dai rifiuti alle aziende partecipate, ad esempio, sono stati compiuti sprechi e lottizzazioni selvagge». Stefano Caldoro traccia un bilancio dei primi cento giorni della sua giunta. L’occasione è offerta dalla commemorazione del socialista Silvio Pavia, organizzata dal circolo Filippo Turati con l’ex deputato Antonio Caldoro e l’avvocato Guido Marone. «Presenteremo un resoconto con tutte le iniziative assunte in questi mesi - annuncia il governatore - Il quadro è drammatico e ci sono casi in cui occorre ricreare piani industriali. In Campania abbiamo attività nobilissime, ma che si potrebbero tranquillamente svolgere con un quinto dei dipendenti attuali». È il caso delle società miste, su cui sta indagando la magistratura: «Bisognerà accertare - dice - se siano state utilizzate come serbatoi clientelari aggirando il meccanismo dei concorsi pubblici». Alla vecchia gestione Caldoro risponde con la linea del rigore: «Occorre spendere bene le risorse pubbliche e migliorare la qualità dei servizi». In questa sfida, chiarisce, sarà cruciale il piano Sud: «Ne abbiamo discusso in questi giorni anche con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Occorre la massima attenzione sul Mezzogiorno e per questo siamo in attesa del provvedimento che nei prossimi dieci anni impiegherà 100 miliardi di euro utili in termini di sviluppo e di crescita». Non mancano le critiche nei confronti dei ministri che sono «più attenti alle esigenze del Nord». Per Caldoro il federalismo dev’essere invece «l’occasione per far partire tutte le Regioni alla pari. Ciò potrà avvenire, come prevede la legge, istituendo un meccanismo perequativo e riducendo le differenze tra le capacità fiscali. Non bisogna giocare con le parole, ma applicarlo e farlo in maniera corretta». Uno dei nodi da affrontare è quello delle risorse: «La Campania riceve meno finanziamenti delle altre Regioni sia sul fronte della sanità che su quello previdenziale. Non deve più accadere». Proprio sulla crisi della sanità il governatore si mostra ottimista: «Con un po’ di buona volontà da parte di tutti i fondi si possono sbloccare, in primis riducendo i contenziosi con i creditori. In questo caso a promuovere i pignoramenti dei conti correnti delle Asl sono gli stessi che chiedono di essere pagati. E allora dobbiamo sederci ad un tavolo e discutere con responsabilità». Molto dipenderà anche dalle risorse che il governo non ha ancora sbloccato (2,5 miliardi nell’ambito del fondo sanitario nazionale e 500 milioni di fondi Fas): «Per raggiungere questo risultato - sottolinea l’ex ministro socialista - stiamo mettendo in campo una serie di misure importanti e necessarie, dall’approvazione del piano ospedaliero al ticket sui farmaci. Siamo fiduciosi di poter centrare l’obiettivo in occasione del prossimo vertice con i ministeri dell’Economia e della Salute, in programma a Roma a metà ottobre».