Camigliano

In 400 si mobilitano per Cenname

I cittadini firmano il ricorso "ad aiuvandum" contro la rimozione del sindaco
15 settembre 2010 - Alessandra Tommasino
Fonte: Il Mattino Caserta

CAMIGLIANO. Una fila di due ore, la pausa dal lavoro per poter esserci. Non solo con la faccia e con il pensiero, ma con tanto di nome e cognome su un ricorso ad adiuvandum per sostenere la battaglia - adesso passata alle vie legali - dell’ex sindaco Vincenzo Cenname, rimosso dal suo incarico lo scorso mese di agosto. Una grande testimonianza di partecipazione civile quella offerta dai camiglianesi. 400 persone, su circa 2000 abitanti, hanno voluto impegnarsi in prima linea per difendere il loro sindaco. Cenname, «mandato a casa» con un decreto del ministro dell’Interno per essersi opposto alla consegna dei dati relativi a Tia (Tariffa igiene urbana) e Tarsu, richiesti per attuare la legge 26 che introduce la provincializzazione della gestione integrata dei rifiuti, è attualmente sostituito dalla sua vice Gemma Graziano, in attesa che si ritorni al voto. Ovviamente con elezioni anticipate, rispetto alla scadenza naturale del mandato del sindaco, eletto tre anni fa. I cittadini si sono costituiti contro lo scioglimento perché ritengono «ingiusto e offensivo per l’intera comunità camiglianese lo scioglimento di un Consiglio che lavorava perseguendo l’obiettivo di un territorio sano e vivibile». «I miei concittadini- commenta commosso Cenname - hanno dimostrato di essere straordinari e spero che presto possa affermarsi un principio di giustizia nel quale, nonostante quello che mi è accaduto, continuo a credere fermamente». Il numero di chi vorrà firmare per difendere la causa del sindaco rimosso sembra però destinato a non fermarsi qui. Per dopodomani alle 17.30 infatti è previsto un altro appuntamento per i cittadini che ieri non hanno potuto costituirsi. Insomma i camiglianesi non ci stanno a dover subire il girone infernale dei disservizi legati alle esperienze dei consorzi e alla prospettiva di dover rinunciare a un servizio garantito con le esclusive risorse comunali, avevano già detto no con una petizione popolare e la raccolta di mille firme. Camigliano, con il 65% di rifiuti differenziati, era entrata a pieno titolo nell’elenco dei Comuni virtuosi d’Italia. Con grandi sforzi e senza mai aumentare la Tarsu, Cenname era riuscito a offrire ai camiglianesi un paese modello. Proprio partendo dalla consapevolezza di star facendo bene, il sindaco, soprannominato «il ribelle», non aveva fatto dietrofront neanche quando la prefettura di Caserta lo aveva diffidato a consegnare i dati. Una netta presa di posizione che è giunta fin sulla scrivania di Maroni e del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Consiglio comunale di Camigliano, nonostante le politiche di legalità e sostenibilità attuate promuovendo anche progetti pilota in Italia, è stato sciolto. Un paradosso che in terra di camorra - dove a essere sciolte sono invece le sedi amministrative infiltrate dalla criminalità organizzata - si riveste di contorni ancora più oscuri. Contro il provvedimento, con un ricorso seguito dal legale Pasquale Marotta, Cenname spera di far valere «il buonsenso, per far crollare il castello di sabbia ingiustamente creato dalla legge 26». Intanto, per condannare pubblicamente l’attuazione di una legge che tra l’altro sta andando, in provincia di Caserta, verso la direzione già tracciata da Cenname (questo è l’altro paradosso su cui sono accesi i riflettori, visto che la Provincia ha chiesto un emendamento alla legge per poter lasciare la gestione dei rifiuti alle competenze comunali), si svolgerà il prossimo 22 settembre una manifestazione a Caserta. L’iniziativa dal titolo ironico «Differenziati e rifiutati», promossa dal Comitato ambientale, è prevista per le 10.30 nel piazzale Carlo III.

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