Discariche piene, è di nuovo caos raccolta E slitta di un mese l’arrivo delle ditte liguri

Le due aziende di Genoca chiedono un mese di proroga prima di inviare i mezzi
15 settembre 2010 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

C’è vento di crisi rifiuti. I cassonetti spesso vuoti non bastano a salvare la faccia: Napoli è sporca ovunque e Asìa è allo stremo. In teoria, ma non troppo, già oggi la raccolta potrebbe essere a singhiozzo se non ferma. Doppio il fronte: logistico e finanziario. Paradossalmente preoccupa di più il primo. Il malfunzionamento dell’inceneritore di Acerra - con due linee ferme - sta facendo riempire troppo rapidamente la discarica di Chiaiano. Ed è già caccia a nuovi siti per stoccare i rifiuti. Perché al momento nessuno se la sente di ipotizzare un allargamento di Chiaiano. Si spiega così la riunione fiume in prefettura dell’assessore Paolo Giacomelli. Ma procediamo con ordine a partire dal primo annunciatissimo flop. Hanno alzato bandiera bianca prima ancora di cominciare Lanterna Docks e Lavajet, le due aziende liguri che hanno vinto la gara per la raccolta rifiuti in mezza Napoli (Chiaia, San Ferdinando, San Giovanni, Vomero e Porto). Hanno chiesto e ottenuto una proroga per la loro entrata in servizio prevista per domani. Se ne riparlerà, nell’ipotesi più ottimistica, tra un mese. Nella sostanza i liguri non sono pronti. Cosa significa? Uomini, mezzi e strategie sono in alto mare. Tarare la raccolta rifiuti a Napoli è ben altra cosa che tararla per Genova e dintorni. Dalle nostre parti non è sceso un solo camion, una sola spazzatrice, un solo ingegnere, un solo spazzino per capire cosa è la città - reduce da due lustri di emergenza - e alla vigilia dell’epocale cambiamento che porterà la gestione dell’intero ciclo dei rifiuti alle Province. Ai comuni resterà solamente lo spazzamento. La richiesta di proroga è stata ratificata ieri dal cda di Asìa. L’azienda speciale per l’igiene urbana - che non se la passa certo bene - ha così dovuto caricarsi per un altro mese di un ulteriore problema. E appunto nel corso del cda l’amministratore delegato Daniele Fortini ha toccato il tema più scottante: quello di uno scadente servizio reso - soprattutto lo spazzamento - a fronte della Tarsu più cara d’Italia e dell’assoluta mancanza di fondi dell’azienda. Si cerca di trovare soluzione a quello che è un problema intrinseco ad Asìa, la liquidità, i conti però non mentono. Il bilancio chiuso al 31 dicembre 2009, rileva una perdita di esercizio pari a 18 milioni e 196 mila 379 euro, inferiore a quella di 45 milioni 727mila 241 registrata nel 2008, ma ancora lontana dal risultato positivo dell’anno 2007: utile di 6 milioni. Numeri che non danno certo una prospettiva incoraggiante ad Asìa. Così l’assessore al Bilancio Michele Saggese si era inventato Asìa 2 - la cui mission doveva essere solo lo spazzamento - per contrarre un mutuo di una 30 di milioni e sanare i debiti. Quindi successivamente scaricare Asìa indebitata alla Provincia che rileverà al primo gennaio il ciclo dei rifiuti. Progetto naufragato in tempi record per l’opposizione dei sindacati. Per arrivare a fine anno servirebbero 5 milioni da pagare a Enerambiente soldi che non ci sono. ma gli stipendi non sono a rischio. La situazione è abbastanza allarmante. Mille chili di rifiuti speciali sono stivati in depositi perché non ci sono i soldi per mandarli nelle discariche adeguate, ci vorrebbero 500mila euro. In altri siti ci sono stoccate tonnellate e tonnellate di rifiuti solidi urbani, quelli dei sacchetti neri, che hanno un valore di smaltimento pari a 3,5 milioni. Infine c’è una ingiunzione di pagamento per 1,2 milioni di euro del tribunale che ha bloccato i flussi di cassa. Quanto tempo può andare ancora avanti Asìa in queste condizioni? Torniamo ai conti, ai numeri di Asìa che sono da brividi anche per colpe non sempre sue e dell’unico azionista, ovvero il Comune. Asìa dal primo gennaio gestisce la discarica di Terzigno e i due siti di Caivano e Tufino, vale a dire che paga stipendi e manutiene impianti che invece dovrebbero essere a carico della Provincia. Ma dall’ente di Piazza Matteotti in otto mesi non è stato erogato nemmeno un euro. Questione - quelli dei fondi - per Napoli e il Comune spinosissima. Perché da Roma i vari governi che si sono alternati spiegano che in 10 anni è stato erogato un miliardo e più. Finiti però - fanno notare dal Comune - nelle casse del commissariato e non in quelle dell’ente.

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