Capri

Occhio Marino il Noe a caccia di allacci abusivi

15 settembre 2010 - Anna Maria Borriello
Fonte: Il Mattino

Capri. Resta sotto sequestro il depuratore di Occhio Marino. La sentenza del gip del Tribunale di Napoli ha confermato la tesi della Procura che il 30 agosto aveva emesso il decreto di sequestro dell’impianto e indagato l’amministratore della Gori Giovanni Paolo Merati e il sindaco di Capri Ciro Lembo per reati ambientali. La decisione del gip, che ha confermato la tesi del procuratore aggiunto Aldo De Chiara e del pm Federico Bisceglia, contrasta con le dichiarazioni di ottimismo lanciate dal Comune di Capri poche ore dopo il sequestro. «Chiariremo presto tutta la vicenda alla magistratura che ce ne chiede conto. Il provvedimento di sequestro è giunto solo dopo pochi giorni dalle polemiche sollevate dall’opposizione», aveva scritto Lembo. L’amministratore della Gori Merati si dice invece «fiducioso del lavoro svolto dalla magistratura con la quale abbiamo instaurato un rapporto di proficua collaborazione» e spiega di essere «certo» che «il tempo ci consentirà in modo definitivo di chiarire quali sono state le fasi necessarie per l’avvio dell’esercizio a regime, con il depuratore completamente dotato di tecnologie all’avanguardia». Ieri mattina i carabinieri dei Noe hanno acquisito in Comune una serie di documenti. Sotto osservazione pare stia entrando la rete fognaria interna. In particolare gli allacciamenti abusivi effettuati da alberghi, bar, ristoranti e strutture turistiche. Infatti sono meno di trecento le attività in regola e in possesso dell’autorizzazione allo scarico rilasciata dall’Ente d’ambito sarnese-vesuviano. Circa una quindicina di licenze rilasciate ad alberghi, pensioni e bed and breakfast e meno di venti per la tipologia dei ristoranti, una decina fra bar, caffetterie e tavole calde. Numeri minimi rispetto alle attività che operano sull’isola e che, secondo la tesi accusatoria, sono causa del cattivo funzionamento dell’impianto di Occhio Marino, costretto a raccogliere scarichi abusivi che immettono reflui industriali di notevole quantità: sarebbero questi all’origine sia dello sforamento dei parametri dell’inquinamento che dell’inadeguatezza della struttura.

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