Quindici, resta l'incubo frana

La denuncia di Santaniello: alberi e rifiuti nei canali costruiti dopo l'alluvione
12 settembre 2010 - Giovanni Sperandeo
Fonte: Il Mattino Avellino

Quindici. Scorrono le immagini della tragedia di Atrani e il pensiero va al dramma vissuto dalla comunità di Quindici il 5 maggio del 1998, quando undici persone morirono in un alluvione che sventrò i quartieri della zona alta del paesino irpino, inondando di detriti e fango la piazza. Oggi, a dodici anni dal dramma e dal ricordo di centinaia di famiglie sfollate, con quasi cento milioni di euro spesi per opere di mitigazione da rischio idro-geologico, Quindici si affida al buon senso degli amministratori. Lavori, canali e vasche di contenimento per l’acqua piovana sono state realizzate ma la loro manutenzione, pressoché inesistente, mette a rischio tutto il sistema di difesa. Quindici «Il dramma di Atrani - afferma il sindaco di Quindici, Liberato Santaniello - ricorda a tutti che viviamo sotto una minaccia costante. Nel nostro caso, ci preoccupa la mancanza di manutenzione ordinaria di canali e vasche che formano il sistema di tenuta. Nei sei anni della mia amministrazione la Regione Campania, che aveva promesso di accollarsi questa spesa, non ha provveduto a compiere i lavori o a stanziare fondi». E oggi, a Quindici, chilometri di canalizzazione e metri cubi di vasche, opere faraoniche, tutte invase da piante, arbusti e detriti di ogni tipo, limitano drasticamente il deflusso. Alcune parti dell’indotto appaiono pulite. Il sindaco Santaniello spiega il perché. «Li abbiamo fatti con i nostri soldi, quelli del Comune. Abbiamo speso trentacinquemila euro, che non sono pochi in periodi di ristrettezze economiche come questo. Ma non è nostra competenza. L’abbiamo fatto per scrupolo, e non rischiare di vivere una nuova tragedia». Lavori svolti al posto del Provveditorato alle Opere pubbliche e dell’Arcadis, l’agenzia regionale per la difesa suolo, che non riesce a dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini. Ma Santaniello va più a fondo. «Qui ci sono persone che fanno finta di non vedere e da un momento all’altro potrebbe avvenire una sciagura. Come quella di Atrani. Comunità Montana, Provincia, Regione, enti assenti rispetto a competenze e responsabilità, finiscono per esporre non solo i cittadini di Quindici ma anche i cittadini di tutti i comuni del vallo di Lauro, fino al nolano. Le responsabilità non possono esser scaricate sul sindaco e sull’amministrazione di un piccolo centro». I problemi non sono finiti qui. Se i lavori sono stati fatti, le demolizioni di siti danneggiati non avvengono certamente in maniera veloce. A Quindici, almeno cento nuclei familiari attendono risposte: l’abbattimento della casa e il contributo per la delocalizzazione. Casamanzi è un quartiere fantasma. L’ornamento della festa patronale dà un tocco di vitalità ad un’abitazione che porta ancora i segni della tragedia di dodici anni fa. Come se il tempo si fosse fermato. «Lunedì dobbiamo togliere un albero cresciuto in un canale di Bosacro, frazione di Quindici, che non permette il deflusso dell’acqua piovana - chiude il sindaco. Qui non ci si ferma mai ma la buona volontà non sempre può bastare».

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