Il corpo di Francesca forse sepolto sotto le auto accatastate

Secondo i vigili del fuoco la ragazza potrebbe essere tra la foce e la scogliera
12 settembre 2010 - Mario Amodio
Fonte: Il Mattino

Si scava ormai da tre giorni ad Atrani. Si scava senza sosta, sulla spiaggia, dove sono concentrate da ieri mattina le ricerche di Francesca Mansi, la ragazza di 25 anni scomparsa dopo la terribile alluvione che giovedì sera ha colpito il piccolo comune della Costa d’Amalfi. E per stamane è atteso uno zatterone che dragherà i fondali recuperando le carcasse di auto che giacciono sul fondale ricoperte di melma. Uno scavatore, sotto la direzione dei vigili del fuoco, ha provveduto ieri a movimentare il terreno che si è riversato in mare allungando di oltre venti metri la battigia. Sono state create due montagne di sabbia e di detriti. Due dune, che miseramente campeggiano al centro della spiaggia dove ancora emerge la prua di un lanzino. Ma di Francesca non v’è traccia. Secondo i vigili del Fuoco, il corpo della ragazza potrebbe essere sepolto a ridosso della foce del Dragone o in corrispondenza della scogliera dove i sub hanno rinvenuto alcune carcasse di auto: a una distanza notevole rispetto alla foce del torrente. I relitti sono stati localizzati nel corso dell’ennesima ricognizione e segnalati con delle boe. In giornata saranno recuperati con l’ausilio dello zatterone partito ieri sera da Portici e col quale verrà dragato il fondale. «Utilizzeremo anche un mezzo nautico, il Rib, che opererà con personale specializzato – ha spiegato l’ispettore dei vigili del fuoco Germano Vicinanza, che ieri coordinava l’intervento – nello specchio d’acqua ci saranno anche i nostri sub che ricontrolleranno i fondali». I sub a lavoro dalla notte di giovedì hanno individuato almeno una decina di auto, tutte seppellite dal fango che ha ricoperto il fondale. Da ieri sono sospese le ricerche con le unità cinofile che non hanno prodotto alcun risultato. E se a valle è concentrata l’attenzione dei soccorritori, a monte, invece, è tempo di verifiche e accertamenti. La situazione, tra i boschi da cui si sono staccate le colate di fango, è drammatica in quanto si contano diversi slittamenti di materiale, cinque dei quali più gravi. A rilevarlo, strumentazioni con tecnologia gps utilizzate in queste ore dai tecnici regionali. Ingenti i danni al sistema di raccolta delle acque con notevoli problematiche legate alle briglie di contenimento. La situazione è stata accertata dopo un monitoraggio delle zone alte attraverso una serie di verifiche effettuate dal sindaco di Scala e dai tecnici della Comunità Montana che hanno fotografato la situazione a monte del piccolo centro della Costiera. «Oggi svolgeremo altri accertamenti su tutta la restante parte che si affaccia sul vallone del Dragone . spiega il sindaco di Scala Luigi Mansi – e più precisamente sulle zone di Punta della Castagna, Santa Maria dei Monti e località Senite».

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