Un parcheggio nell'alveo del fiume

Il progetto approntato dal Comune e poi bocciato dai comitati civici
12 settembre 2010 - Fulvio Scarlata
Fonte: Il Mattino

Un parcheggio con tre piani interrati nel punto in cui il torrente Dragone entra nell'abitato di Atrani: è un progetto da oltre due milioni di euro che aveva quasi completato il suo iter burocratico. Nonostante l'intervento era previsto in piena zona rossa, in quell'area R4 ad altissimo pericolo di colate di fango. Poi è scattata la mobilitazione dei residenti riuniti in un comitato. Il pericolo rappresentato dal Dragone è noto. L'area attraversata dal torrente è oggettivamente ad alto rischio. Il fiume parte da quota 1100 metri per finire quasi a picco sul mare dopo essersi ingrossato con vari affluenti per un totale calcolato di undici chilometri di corsi d'acqua. Giovedì sera, dopo le piogge torrenziali, si è creata a monte un'enorme ondata. «Pensavo di morire - racconta Cristina, che risiede nella parte alta di Atrani - Ho visto arrivarmi addosso il Dragone, poi sono stata investita solo da una enorme nuvola di fango nebulizzato, l'ondata per fortuna è passata più giù». Il torrente è stato ingabbiato sotto una lastra di cemento che attraversa il paese fino alla piazzetta sotto la Statale 163, in quella che si chiama via dei Dogi. Una ventina di anni fa la lastra è stata allungata per creare un parcheggio con 21 posti auto. A differenza di quanto si era pensato in un primo momento, non c'è stato un tappo di detriti che ha impedito al torrente di proseguire la sua corsa sotto via dei Dogi, l'acqua è letteralmente venuta giù improvvisamente, forse per una qualche diga naturale che si era creata a monte ed ha ceduto, travolgendo tutto prima di finire la sua corsa in piazza Umberto Primo e letteralmente sbattendo contro il bar la Risacca catturando Francesca Manzi che era all'interno del locale e portandola non si sa dove. Il pericolo che si corre già oggi alle prime piogge più intense non ha, però, suggerito maggiore attenzione negli interventi sul territorio. Così di recente è stato progettato un altro parcheggio, questa volta interrato, proprio a ridosso dell'ingresso del fiume nel paese. Una proposta da 2,2 milioni di euro in un limoneto che, data l'esiguità dello spazio disponibile, prevedeva undici ascensori ognuno dei quali avrebbe dovuto portare a due posti auto per complessivi 66 posti. I tecnici che hanno elaborato l'intervento, con un onorario da 600mila euro, hanno lavorato senza considerare che si modificava una «zona rossa», dove ogni edificazione è vietata. L'ufficio tecnico del Comune ha approvato il tutto. L'autorità di Bacino non ha considerato pericoli evidenti. Perfino la Soprintendenza in un primo momento aveva dato il via libera, salvo cambiare opinione e dare un parere paesaggistico negativo dopo la rivolta dei residenti. «Ci siamo mobilitati - racconta Gino Amato del comitato Sos Dragone - contro un intervento che mette a rischio altre vite in una situazione di pericolo. Nel 2005 era stato siglato un protocollo di intesa tra Atrani, Ravello e Scala che prevedeva un monitoraggio del fiume e un piano di evacuazione, ma il protocollo non è stato mai applicato. Da allora ognuno ha elaborato la propria via di fuga. Io quando ho visto tutta quella pioggia ho chiamato mia moglie e le mie figlie e in auto siamo andati via. Oggi sono uno dei pochi che ha ancora un'auto».

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