Zona rossa, prevenzione fallita: ecco perchè

I tecnici: dopo la frana di Sarno evento previsto, ma mancano i soldi e qui possibili solo piccoli progetti
11 settembre 2010 - Gigi Di Fiore
Fonte: Il Mattino

Piazzetta di Atrani Atrani. Zona rossa. Sigla tecnica R4. Come a dire: alto rischio, pericolo di frane e alluvioni. Nelle relazioni tecniche, Atrani, come il 90 per cento della costiere amalfitana, viene inserito tra le zone da allerta. E il torrente Dragone, quello tracimato, porta quel nome perché nella parte dell’alveo vicino ad un vecchio mulino sputa acqua ad una velocità così forte da sembrare fiamme di un drago. Potenza dei nomi. Dal 1998, il decreto approvato dopo la tragedia di Sarno istituì i Bacini regionali. Dovevano preparare piani di prevenzione, monitorare il territorio a rischio frane e alluvioni, proporre interventi. Sulla costiera amalfitana, vigila il Bacino regionale Destra Sele. Sei anni fa, divenne operativo il «piano stralcio per l’assetto idrogeologico». Vi si legge: «In costiera il pericolo di esondazione interessa per lo più aree di estensione ridotta». Ma una di quelle zone di limitate dimensioni è proprio Atrani, il più piccolo comune del sud incastrato sotto le rocce della costiera. Dice il segretario generale dell’autorità di Bacino Destra Sele, Stefano Sorvino: «I nostri compiti istituzionali sono di studi costanti e monitoraggi aggiornati delle zone a rischio. Lo abbiamo fatto e, di recente, abbiamo anche approvato una variante che dovrà essere discussa con i 13 comuni della costiera. Sono richiami a soglie di attenzione, con catalogazioni di criticità. Previsioni, non misure di prevenzione che spettano ad altri enti». Il 29 settembre le varianti saranno discusse con i Comuni della costiera amalfitana. Spiega l'ingegnere Antonio Taiani, dell'ufficio tecnico del Comune di Tramonti: «Le varianti andranno approfondite, poiché introducono ulteriori restrizioni che invece leggi regionali eliminavano. Penso alla possibilità di realizzare box di pertinenza alle abitazioni, o ampliare sottotetti di case. Purtroppo, la costiera ha problemi di spazi e interventi di alta ingegneria altererebbero equilibri ambientali, o distruggerebbero antichi insediamenti». La struttura della costiera, ironia della sorte, non consente interventi di ingegneria radicale, come ampie strutture di drenaggio, o canaloni. In più, non ci sono soldi e ne risentono i progetti di prevenzione. Dice l'assessore alla protezione civile, Edoardo Cosenza: «Si possono realizzare piccoli progetti. Con il governo firmeremo tra due settimane un protocollo d'intesa per stanziare 170 milioni di euro. La Regione ne caccerà 70». Per questo, alla riunione alla Provincia di Salerno, era presente anche il direttore generale del ministero dell'Ambiente, Marco Lupo. Aggiunge l'assessore Cosenza: «La gente della costiera sa reagire. Piccoli interventi sono costanti e possibili, ad Atrani, Scala, Tramonti e Amalfi, le zone più critiche». Progetti e interventi di prevenzione che, con i soldi di Regione e governo, potranno realizzare la Provincia, il Genio civile, o l'Ariadis, ente regionale per la difesa del sottosuolo. Briglie, fossati, drenaggi sono possibilità tecniche di prevenzione in costiera. E ricorda il presidente della comunità montanaa Monti Lattari, Salvatore Grimaldi: «Firmammo in materia un protocollo d'intesa nel 2005, ma non ha avuto sviluppi». Si pensa all'esondazione di giovedì, al canalone del torrente Dragone che parte dal comune di Scala. Ricorda il sindaco di Tramonti, Antonio Giordano: «Mi risulta che di recente interventi di ripulitura sono stati fatti. La natura della costiera complica le cose ad ogni acquazzone». E si pensa a futuri pluviometri in grado di controllare l'altezza delle acque di bacini e canali in costiera. Ma, avverte il segretario generale dell'Autorità di bacino, Stefano Sorvino: «Bisogna però sfuggire ai luoghi comuni delle sciagure annunciate. Abbiamo un sistema aggiornato di conoscenze del territorio. Che un evento sia prevedibile e catalogato non significa che si possa prevenirlo. La costiera è in gran parte in zona rossa. Ma non possiamo certo abbattere il duomo di Amalfi che è in un'area R4».

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