Stangata Tarsu, scoppia la rivolta delle periferie
Periferie in rivolta contro l'aumento della Tarsu. È un coro di proteste quello che arriva da Picarelli, contrada Bagnoli, contrada Chiaire, via Tufarole e dalle altre zone rurali della città. Per contestare l'incremento «selvaggio» della tassa sui rifiuti è stata avviata una petizione e costituito un comitato che ha organizzato un sit-in di protesta per venerdì mattina alle 11 davanti al Comune di Avellino. I residenti nelle periferie chiedono la sospensione della prima rata della Tarsu, che scade il 30 settembre, e lo sgravio del costo del servizio maggiorato «senza nessuna giustificazione». L'aumento della tassa sui rifiuti avrebbe colpito maggiormente le zone agricole che hanno subìto non solo l'incremento del 16% previsto dalla giunta per tutti i cittadini, ma anche l'abrogazione del beneficio di uno sconto dovuto ai maggiori disagi comportati per depositare i rifiuti nei punti di raccolta in mancanza del servizio «porta a porta». Le bollette della Tarsu alle oltre quattrocento famiglie che abitano nelle periferie, sono lievitate fino al 316%. «Pagavo 190 euro all'anno, mi è arrivata una bolletta di 572 euro - dice Ivana Panarella, portavoce della protesta -. L'amministrazione comunale non può pretendere il pagamento di servizi che non vengono erogati. A differenza di chi abita al centro della città e deposita i rifiuti davanti al portone, noi siamo costretti a caricarli in macchina e a percorrere anche più di un chilometro prima di trovare un contenitore dove conferirli. Vogliamo pagare solo per i servizi che ci vengono offerti, non versare in anticipo per quanto il comune ha in mente di realizzare in futuro. Scenderemo in piazza per far valere il nostro diritto contro un provvedimento illegittimo. L'amministrazione comunale ha il dovere di sospendere il pagamento della prima rata e rettificare le bollette sgravando l'importo dei costi per servizi che non vengono effettuati». Ma, per il momento, il comune non ha nessuna intenzione di fare dietrofront. «L'aumento della Tarsu - dice il sindaco Galasso - è il frutto dell'approvazione di una delibera di consiglio comunale votata all'unanimità dopo aver avuto il parere positivo da parte di due commissioni consiliari, peraltro entrambe presiedute da esponenti dell'opposizione. Dal punto di vista politico, nessuno può scaricarsi della responsabilità di aver votato il documento dettato dalla necessità di adeguarci alle normative vigenti. Con questa premessa, l'amministrazione s'impegna a prendere in considerazione i casi in cui ci può essere stata realmente una maggiorazione di costi ingiustificata. Da parte nostra non c'è assolutamente volontà di penalizzare o vessare i cittadini delle periferie, abbiamo semplicemente emesso un provvedimento previsto dalla legge e condiviso da maggioranza e opposizione». Insomma, per il sindaco Galasso, un colpo di spugna sull'aumento della Tarsu è inimmaginabile anche se, come hanno sottolineato il dirigente del settore Finanze, Gianluigi Marotta, e l'assessore Capone, in caso di «grave disagio» lo sgravio sarà applicato. «Bisognerà valutare le singole situazioni - spiega l'assessore al Bilancio - dove è possibile documentare che non c'è un servizio garantito per il quale il comune richiede il pagamento, sarà riesaminata la pratica. Va precisato, però, che l'aumento della tassa sui rifiuti è dovuto anche a una intensa attività di accertamento che ci ha permesso di individuare molte situazioni di evasione. Abbiamo fatto un adeguamento sia in funzione dell'accertamento svolto sia tenendo conto della volontà politica espressa dal consiglio comunale. Laddove ci fossero casi particolari, con gravi disagi dovuti alla mancanza del servizio di raccolta dei rifiuti, avvieremo i controlli per verificare la possibilità di praticare gli sgravi richiesti. L'ufficio tributi è a disposizione di chiunque voglia acquisire informazioni o presentare ricorso perché si ritiene penalizzato dalla cartella esattoriale. Se rientra nei casi di grave disagio previsti dalla legge provvederemo allo storno delle somme non dovute».