Rogo Prt, vietati i prodotti della terra
SARNO. Divieto di raccolta, vendita e consumo dei prodotti ortofrutticoli coltivati nell'area confinante e adiacente il capannone della ditta Prt srl di via Ingegno, completamente distrutto da un vasto incendio sabato scorso. La decisione è stata assunta ieri mattina dal sindaco Amilcare Mancusi, che ha emesso un'ordinanza sindacale che dispone il divieto assoluto della raccolta di ortaggi e verdure nella zona di via Ingegno interessata dal rogo. Il provvedimento è scaturito a seguito della richiesta dei tecnici dell'Asl Sa 1 e dell'Arpac, che hanno consigliato al primo cittadino l'opportunità di emettere a scopo preventivo e cautelativo l'ordinanza di divieto in attesa dei risultati definitivi delle analisi e degli accertamenti sui suoli interessati dall'inquinamento causato dall'incendio. Nel rogo quattro operai erano rimasti leggermente intossicati e trasportati al vicino ospedale "Martiri di Villa Malta" e fortunatamente dimessi. Quasi tutti per aver inalato i fumi del rogo e uno anche per delle leggere ustioni. Dopo le visite mediche e l'inalazione di ossigeno per superare i piccoli problemi respiratori, i quattro operai erano stati giudicati guaribili in sette giorni. Le fiamme alla Prt srl, azienda che si occupa del riciclaggio di materiale plastico e pneumatici, erano divampate sabato scorso poco prima di mezzogiorno. Il rogo si era subito esteso a gran parte del capannone. Le alte fiamme avevano prodotto anche una densa nuvola di fumo, distinguibile chiaramente da tutto l'Agro sarnese-nocerino e parte dell'area vesuviana. Momenti di panico nella zona industriale di via Ingegno con l'odore acre del fumo che rendeva l'aria irrespirabile anche a una notevole distanza e nei comuni limitrofi. Sul posto i vigili del fuoco dei distaccamenti di Sarno, Nocera Inferiore e quelli di Salerno, che hanno lavorato ininterrottamente fino all'altro giorno per domare le fiamme e rimettere in sicurezza l'area. Le indagini sono condotte dai militari dell'Arma, diretti dal maresciallo Antonio Caso, e coordinate dal pm Roberto Lenza. Dai primi accertamenti, pare che le fiamme si siano sviluppate per cause accidentali a seguito dello scoppio di un cilindro nella parte dedicata alla polverizzazione dei pneumatici. L'incendio si era propagato con velocità distruggendo l'intero capannone, vista la presenza di materiale altamente infiammabile.