Ventisette comuni in debito, è scontro con il Consorzio
La replica: conti sbagliati
Da una parte il Consorzio che chiede l’estinzione del debito, dall’altra i Comuni che contestano i conti. In mezzo i lavoratori in stato di emergenza perché senza stipendio e per i quali serve, ovviamente, liquidità. La querelle tra Consorzio unico dei rifiuti di bacino delle provincie di Napoli e Caserta e Comuni si arricchisce di una nuova puntata. Che ieri ha avuto come teatro Piazza Matteotti ovvero una manifestazione all’esterno della Provincia. Clamorosa come accade ormai tutte le volte. Si sono ispirati a Eduardo De Filippo facendo un super permacchio collettivo, dedicato «a tutti coloro che hanno gestito i rifiuti dal 1993 ad oggi ed hanno venduto la propria dignità per denaro o potere». Non è mancato lo striscione choc: «Siamo tutti pentiti di mafia» sulla scia del «W i casalesi e «Siamo tutti camorristi». A spiegare come stanno le cose è però il Commissario liquidatore del Consorzio Gianfranco Tortorano, che ha chiesto a 27 Comuni della Provincia di Napoli il saldo di un debito ammontante a diciotto milioni di euro è stato da Bertolaso per cercare di incassare i primi 5 milioni che la protezione Civile deve al Consorzio. E scongiurare quindi il blocco totale delle attività. Quindi si metterà mano in seguito al braccio di ferro con i Comuni, 27. Dagli enti locali però fanno sapere che i conti sarebbero sbagliati: qualcuno avrebbe già pagato, per altri bisognerà rifarli mentre qualcun’altro non ha assolutamente alcun debito col consorzio. La nota di sollecito della Prefettura arrivata in pieno mese di agosto ha comunque creato subbuglio negli amministratori locali. «Stiamo lavorando con tenacia e non abbiamo certo buttato la spugna. Già oggi potremmo annunciare una soluzione condivisa per risolvere il problema», rassicura Giuseppe Caliendo assessore alla Provincia.