Mancata bonifica a Bagnoli, s'indaga per truffa

Nel mirino del comune Provincia, Comune, Arpac e i vertici della società di trasformazione urbana
8 settembre 2010 - Leandro Del Gaudio
Fonte: Il Mattino

C’è il Comune, la Provincia, l’Arpac. Ma anche il ministero dell’Ambiente e, soprattutto, i vertici di Bagnolifutura, la società di trasformazione urbana nata con una mission di alto profilo: bonificare la zona dell’ex Italsider, recuperare una fetta di territorio urbano, restituire a Napoli e alla Campania respiro turistico, sbocchi residenziali, rilancio sotto il profilo ambientale. Ci sono Palazzi cittadini, ma anche un pezzo di ministero dell’Ambiente nell’ultima inchiesta della Procura di Napoli, nell’ultima mossa dell’ufficio guidato da Giovandomenico Lepore. Indagine choc per molti versi, che va raccontata senza provocare allarmismi e rispettando la cautela dovuta a una vicenda non ancora approdata a uno snodo conclusivo. Fatto sta che da due anni, la Procura di Napoli sta battendo una pista delicata, a voler ripercorrere le mosse di due sezioni di polizia giudiziaria. Detto in soldoni, l’accusa è questa: dopo alcuni anni di gestazione, la bonifica non avrebbe ottenuto i risultati richiesti, non avrebbe raggiunto i livelli sperati, tanto che il territorio destinato ad ospitare il futuro della metropoli napoletana sarebbe rimasto ancora per molti versi off limits. Una versione quest’ultima duramente contrastata in questi mesi dalla Bagnolifutura, che oltre a mettere a disposizione qualsiasi accesso agli atti da parte della polizia giudiziaria, si è affidata ai massimi esperti del settore per dimostrare la validità del proprio operato, per far emergere l’evoluzione progressiva della riqualificazione del territorio. Fatto sta che proprio dove sono attesi parchi giochi e impianti residenziali, si svolge da mesi un braccio di ferro tra accusa e difesa: una partita che si sta giocando a colpi di perizie, di interventi di carotaggio e monitoraggi a campione. Detto ancora più chiaramente: stando alla ricostruzione finora compiuta dagli inquirenti, il massiccio investimento di denaro pubblico per la riqualificazione delle aree dismesse finisce al centro di indagini approfondite. Scenario tutto da approfondire. La Procura vuole vederci chiaro, punta ad accertare le condizioni di un terreno segnato dalla possente industrializzazione avvenuta nel secolo scorso, oggi al centro di importanti progetti turistici e abitativi. Inchiesta coordinata dal pool mani pulite dell’aggiunto Francesco Greco e affidata al pm Stefania Buda. Indagini incrociate, consulenze e analisi di laboratorio, l’inchiesta sembra essere al capolinea: truffa e omessa bonifica sono le accuse ipotizzate nel fascicolo investigativo, secondo quanto emerge da una serie di step che - come era inevitabile - non hanno mancato di allertare uffici e palazzi cittadini, tra acquisizioni documentali svolte in questi mesi, testimonianze agli atti, interventi dei difensori di parte, tra cui il penalista Riccardo Polidoro, storico avvocato di Bagnolifutura. Sono due dunque gli organi di polizia giudiziaria in campo: i carabinieri del Noe del colonnello Sirignano, vale a dire il nucleo operativo ecologico specializzato in reati ambientali; ma anche il comando provinciale di Napoli, agli ordini del colonnello Mario Cinque. Ampia la gittata dell’inchiesta e non è impossibile provare a percorrere a ritroso il lavoro svolto negli ultimi anni dagli inquirenti: si parte da accertamenti in campo ecologico, indagini in materia ambientale, per passare a un livello che investe in modo sempre più incisivo la gestione della pubblica amministrazione. Insomma, dalle analisi del territorio ai finanziamenti sbloccati dal ministero dell’ambiente, per finire ad alcuni dispositivi comunali e all’azione di controllo esercitata da Arpac e Provincia. Una buona fetta di storia di Napoli ovest è finita così al centro di un fascicolo investigativo. Fatto sta che per diversi mesi, almeno fino alla parentesi estiva, ben due reparti di polizia giudiziaria hanno ripetutamente visitato gli uffici e il territorio di Bagnolifutura, ma anche passato al setaccio stanze e archivi che contano. Accertamenti e richieste di acquisizione degli atti si sono ripetuti a ritmo incessante e hanno riguardato, ovviamente a vario titolo, i soggetti chiamati a svolgere un ruolo nella tormentata storia della riqualificazione della periferia occidentale. Diverse le mosse degli investigatori, condotte con la riservatezza di sempre, quanto basta comunque ad offrire - anche se in modo involontario - discovery incidentali di una vicenda investigativa giunta al giro di boa conclusivo.

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