Ferie a valanga e boom di malattie: niente spazzini
Turni ferie sbagliati e una valanga di certificati medici. Così Napoli si è svegliata ieri più sporca del solito. E questa volta non si tratta della raccolta dei rifiuti, i cassonetti erano vuoti, ma dello spazzamento. Del decoro urbano. Della pulizia vera e propria. Sporcizia che fa ancora più paura se si considera il balletto di responsabilità sulle operazioni di bonifica da ratti e blatte. Un problema così serio che in Asìa i vertici, il presidente Daniele Fortini e il manager Claudio Cicatiello si sono visti - in maniera urgente - per capire cosa fosse accaduto nel primo lunedì di rientro vero, concreto con tutte le attività a regime e i napoletani davvero a casa. Il risultato oltre che allarmante è stato imbarazzante. Hanno fatto i conti con tanti certificati medici e i turni ferie. Di qui l’istruttoria messa in campo - e trapela da Asìa - la corsa ai ripari perché la situazione anche oggi non sia nera. Ci riusciranno? Ci saranno «precettazioni»? Difficile dirlo. Certa è la delusione e la rabbia dei napoletani che pagano la Tarsu più cara d’Italia. Ieri in tutti i quartieri della città - specialmente i negozianti - si sono armati di ramazza e paletta e hanno fatto il lavoro che toccherebbe ad altri. Un servizio per il quale arrivano mazzate economiche pesantissime ogni 3-4 mesi. Anche nei quartieri più popolari chi abita nei bassi per non essere sommerso dai rifiuti è stato costretto a pulire. Persino il Bosco di Capodimonte, meta di centinaia di turisti, ieri alle 11 era stracolmo di rifiuti non raccolti con i viali pieni di cartacce, bottiglie e lattine e i cestini non svuotati. Insomma, ancora una volta il Comune si è fatto trovare impreparato sul fronte dei servizi. E dire che per questo compito oltre ai 650 spazzini di Asìa, Palazzo San Giacomo dovrebbe contare sulla mission di Napoli Servizi - azienda interamente pubblica - che sulla home page del suo sito è così spiegata: «La Napoli Servizi SpA gestisce il patrimonio immobiliare ad uso strumentale ed il patrimonio urbano del Comune di Napoli. Manutenzione del verde, manutenzione edile ed impiantistica, progettazione e realizzazione di spazi e postazioni di lavoro, servizi di custodia, vigilanza, trasporto persone, facchinaggio, igiene ambientale e pulizie. Attualmente la società è presente su oltre 450 complessi immobiliari ed urbani della città equivalenti a circa 620.000 mq coperti e ad 1,7 milioni di mq di giardini pubblici. Fra questi vi sono la sede del Consiglio Comunale, Palazzo San Giacomo, lo stadio San Paolo, il Maschio Angioino, il Palazzo delle Arti di Napoli, Piazza del Plebiscito e molti altri siti artistici e monumentali del centro antico classificato dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità». Dallo spazzamento alla raccolta dei rifiuti il passo è breve. Anche perché il 16 dovrebbero esordire le due ditte liguri che si sono aggiudicate l’appalto. Si sta spingendo al massimo sull’acceleratore per evitare una proroga - prevista dal contratto - della loro discesa in campo ma non è escluso che alla fine per almeno un altro mese questa arrivi. Il punto della questione è il passaggio di cantiere. Non è una passeggiata: oltre alle caratteristiche amministrative le due società - Lavajet srl e Docks lanterna spa - devono garantire camion, personale e tecnologia. Al momento a Napoli non pare si sia visto un solo mezzo proveniente da Genova. Tra 9 giorni se ne saprà di più.