Rifiuti speciali spediti in Malesia sequestrati undici container

Blitz della Finanza nel porto
Gli scarti di pneumatici venduti come combustibile
5 settembre 2010 - Giuliana Covella
Fonte: Il Mattino

Un giro d'affari che avrebbe fruttato all'azienda un bel po’ di soldi, non ricavati però dalla vendita di quei prodotti all'estero, ma dall'evasione dei costi per lo smaltimento per cui occorrevano le autorizzazioni previste per legge. A scoprire l'operazione illegale all'interno del Porto di Napoli sono stati i finanzieri del II nucleo del comando provinciale guidati dal capitano Alessio Iannone e i funzionari dell'Agenzia delle Dogane. Nel mirino delle fiamme gialle una società casertana, il cui rappresentante legale è stato denunciato per attività di gestione e traffico illeciti internazionali di rifiuti. Sotto sequestro undici container contenenti circa 300mila chili di rifiuti speciali, scarti di pneumatici che stavano per essere spediti in Malesia, senza però essere stati oggetto del cosiddetto «ciabattato», ossia il trattamento che prevede la triturazione, la pressatura e il lavaggio delle gomme prima dello smaltimento. L'azienda, infatti, è risultata dai controlli non autorizzata allo smaltimento ma solo allo stoccaggio per il successivo recupero. Meta scelta per la vendita, ovviamente a basso costo, la Malesia che, insieme ai paesi del Medio Oriente, è uno dei mercati dove quel tipo di prodotto ha più valore. È qui che i 300mila chili di pneumatici sarebbero stati utilizzati come combustibile per un cementificio del luogo. «Si tratta di materiale - spiega Iannone - che in quelle zone hanno difficoltà a reperire e quindi lo acquistano da paesi come l'Italia, che lo vendono a costi irrisori». In pratica il maggiore profitto per l'azienda casertana, oggetto negli ultimi cinque mesi di accurate indagini da parte dei finanzieri, era di evitare la spesa per lo smaltimento di quel materiale che in Italia prevede costi abbastanza elevati e il rispetto della normativa vigente. Il materiale sequestrato è considerato, infatti, in base al Dlgs 152/2006, rifiuto speciale e come tale doveva essere trattato per il recupero. La normativa sulla gestione, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti speciali o pericolosi impone obblighi molto severi agli operatori del settore, prescrivendo limiti precisi al trattamento, al commercio degli stessi e vincolando l'esercizio delle attività al rilascio di specifiche autorizzazioni che, nel caso della ditta del Casertano, non c'erano. Sottoposti ai controlli, i responsabili dell'azienda l'avevano quasi fatta franca, poiché sulla merce era indicato regolarmente il codice col quale si indicava che quel prodotto era destinato allo smaltimento. Ma dai controlli effettuati è emerso che i proprietari non erano in regola con le autorizzazioni. Il rappresentante legale è stato denunciato a piede libero per attività di gestione non autorizzata e traffico illecito di rifiuti.

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