Rifiuti, cassonetti rovesciati per protesta
In via Fusco stop al traffico
Mondragone. Assume forme clamorose la protesta dei cittadini per le difficoltà e i disservizi che stanno caratterizzando la raccolta dei rifiuti in città. Nelle prime ore della mattinata di ieri, nella zona lido ignoti hanno disperso lungo via Tommaso Fusco e lungo la bretella che conduce a via Pirandello l'immondizia che da giorni non viene rimossa. Gli automobilisti e i pedoni si sono trovati davanti una vera e propria barriera fatta di materassi, poltrone, scatole di cartone, bottiglie di plastica, vetro, sacchetti colmi di rifiuti che ha bloccato la circolazione nelle due strade. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia municipale e il vicesindaco, Alessandro Rizzieri, che hanno cercato di contattare i responsabili del Consorzio incaricato della raccolta. I rifiuti sono stati spostati solo dopo qualche ora con un bobcat di una ditta privata, chiamata dalla stessa amministrazione comunale. Rimossi dalla carreggiata, sono stati accatastati e accantonati a ridosso dei contenitori per la raccolta, stracolmi di sacchetti, a ridosso di una scuola elementare. Non è stato però possibile portarli via. I mezzi del Consorzio avevano ultimato il «giro» ed erano in viaggio verso i centri di conferimento. Se ne riparlerà alla riprese del servizio. La raccolta dei rifiuti da mesi procede a singhiozzo, è svolta in giorni e zone alterne. I sacchetti pieni di rifiuti di ogni tipo si accomulano lungo le strade, con il loro terribile odore. Cresce di pari passo l'esasperazione della gente. «E' una situazione precaria. La causa è la carenza di mezzi e personale, con nove dipendenti assenti per malattia, cui si somma la crescita del volume di rifiuti, che d'estate raddoppia rispetto al resto dell'anno», spiega Rizzieri. Risulta difficile così offrire un servizio efficiente. L'ente locale ha bandito una gara, prima, ed avviato, poi, una procedura negoziale per cercare un'impresa che sostituisse il Consorzio. «Sono andate entrambe deserte. La soluzione allora è ricorrere ad un affidamento provvisorio», conclude Rizzieri.