L’inchiesta Sconcertante esito delle verifiche del Noe

«Allacci fognari, Capri fuorilegge»

Solo una decina gli alberghi e gli esercizi commerciali in regola con le normative
3 settembre 2010 - Anna Maria Borriello
Fonte: Il Mattino

Capri. Si amplia l’inchiesta della procura sullo stato di salute delle acque dell’isola azzurra: inchiesta che non riguarda solo l’inadeguatezza del depuratore di Occhio Marino, posto sotto sequestro martedì 31 con ordinanza firmata dal pm Federico Bisceglie del pool di magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara, che si occupa a 360 gradi di vari filoni d’inchiesta relativi al territorio isolano. A finire nel mirino degli inquirenti questa volta sono state le strutture alberghiere, bar e ristoranti che senza essere muniti di autorizzazione allo scarico nelle fogne avevano ugualmente allacciato le loro condotte alla rete fognaria che riversa a sua volta nel depuratore di Occhio Marino. Sono poco più di 10 le strutture alberghiere e commerciali che si sono munite dell’autorizzazione allo scarico, che secondo la legge deve essere rilasciata dalla concessionaria Gori, dopo che nelle strutture commerciali, alberghi, bar, ristoranti e stabilimenti, sono stati messi in atto gli accorgimenti necessari ad evitare che arrivino in fogna liquami ritenuti inquinanti. Secondo le ispezioni dei Noe la quasi la totalità degli esercizi ispezionati nel corso dell’estate non sono a norma, non avendo adempiuto a quanto previsto dalla legge, che indica che per allacciarsi alla rete pubblica della fognatura bisogna «osservare rigorosamente che vengano rispettati i valori limite di emissione, riportare sugli elaborati in possesso i grafici descrittivi connessi alla peculiarità dello scarico, e l’eventuale scarico di acque provenienti da piscine, serbatoi e vasche deve essere comunicato al gestore (la Gori) mediante un preavviso scritto di almeno 20 giorni». Inoltre «tali operazioni devono svolgersi in una fascia oraria notturna, che va dalle 20.30 alle 8.30 del mattino, secondo una gradualità che il gestore è tenuto a prescrivere al fine di salvaguardare l’efficienza delle strutture fognarie e depurative» e «il pozzetto di ispezione deve essere munito di misuratore di portata». Un disciplinare rigido che pare non sia stato rispettato dalle attività commerciali che sono finite nel mirino del pm. A spezzare una lancia a favore dei suoi associati è il presidente della Federalberghi Sergio Gargiulo che dice che «le attività commerciali e alberghiere sono state assimiliate a un residence o un condominio domestico». Ma per Gargiulo «chi ha sbagliato dovrà pagare. Non possiamo più permettere che per alcune pecore nere venga colpita l’intera categoria e di rimando anche l’economia delle nostre attività».

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