Scampia

Scarichi dalle concerie, un tagliando inchioda i responsabili

Prosegue la caccia agli inquinatori.
L'assessore Giacomelli: in periferia serve una rete di telecamere
2 settembre 2010 - Enrica Procaccini
Fonte: Il Mattino

Traditi da un bollettino di Equitalia, un codice a barre posto sull'imballaggio delle maxi-confezioni di bibite, una ricevuta di acquisto di un ferro da stiro. I tre tagliandi, ritrovati dai vigili urbani tra scarti di lavorazione del pellame e sacchi colmi di cellophane, inchiodano chi ha sversato illegalmente rifiuti speciali in via Prima traversa Ippolito. Una strada a confine tra Secondigliano e Scampia, tra il territorio degli scissionisti e quello dei Di Lauro, trasformata in una discarica a cielo aperto. Ieri mattina il blitz degli uomini della polizia municipale, accompagnati dall'assessore comunale all'Igiene, Paolo Giacomelli, e dal consigliere Raffaele Ambrosino, che ne ha sollecitato l'intervento. All'arrivo dei caschi bianchi, trenta metri di marciapiede sono ricoperti di immondizia. Con l'ausilio degli operatori dell'Asìa, vengono aperti i sacchi della spazzatura. Ai rifiuti depositati dalle famiglie, si aggiungono quelli sversati dalle fabbriche del quartiere. Vengono fuori i tagliandi, non sarà difficile risalire ai proprietari. «L'intestatario del bollettino di Equitalia lo conosciamo - dice il tenente Ciro Colimoro -: è il titolare di una fabbrichetta di borse poco distante da qui. Riferiremo all'autorità giudiziaria». Il bobcat che ripulirà il marciapiede si fa largo tra gli abitanti del quartiere che, tra rabbia e stupore, assistono all'intervento straordinario dell'Asìa. «È uno schifo - lamenta Giovanni C. - a tutte le ore, dalle auto, lanciano qui i sacchetti di immondizia. Le fabbriche illegali della zona fanno il resto». Prendere di petto chi sversa è inutile, sono troppi. Ma è anche troppo rischioso. «Ci si imbatte in veri criminali - osserva Massimiliano S - in più, molto spesso viene dato fuoco a questi rifiuti, sprigionando così veleni nell'area che respiriamo». «Per la festa dei 18 anni di mia figlia - confessa Angela A. - avevo vergogna a invitare gli amici. Viviamo in un porcile, pur pagando regolarmente la Tarsu». L'assessore Giacomelli incassa e riflette. «Si deve intervenire su due fronti: da un lato, sul sistema di videosorveglianza. Abbiamo presentato al ministero dell'Interno un progetto per l'installazione di telecamere a Secondigliano, Pianura e Ponticelli, e aspettiamo risposta. Dall'altro lato, bisogna puntare sul controllo preventivo: la polizia ambientale deve verificare che le fabbriche della zona abbiano i registri di carico e scarico in ordine».

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