Fondo bloccati gli impianti verso lo stop
Hydrogest: la regione deve 115 milioni
I lavoratori della Hydrogest da oggi sono senza stipendio. Gli emolumenti dovevano essere erogati ieri ma le casse della società sono vuote. Così i 392 addetti agli impianti di depurazione dell’area a nord di Napoli da stamane si ritroveranno le tasche più vuote. L’ennesima ma non inaspettata, tegola che cade sull’intero sistema dei rifiuti. Dai depuratori ai sacchetti neri, alla mancanza di cassonetti al punto che la spazzatura viene abbandonata in strada e non viene raccolta dagli operatori perché non nei cassonetti! «Purtroppo non abbiamo potuto pagare gli stipendi - spiega l’amministratore delegato di Hydrogest ingegnere Logullo - la Regione ci deve 115 milioni di euro. Se non arriva almeno una tranche di questi soldi la situazione resterà difficile». E i servizi saranno garantiti? Nessuno può giurarci. Tanto che per tutta la giornata di ieri è rimbalzata l’indiscrezione secondo la quale l’Hydrogest si fosse rivolta alla Regione e alla Prefettura annunciando l’abbandono degli impianti poi l’intervento di Logullo che spiega ancora: «È vero che abbiamo scritto alla Regione e alla Prefettura ma non per abbandonare gli impianti, piuttosto per rendere noto a tutti i protagonisti come stanno le cose. Avevamo chiesto un incontro per il giorno 24 ed è saltato ci aspettiamo dalla Regione una nuova convocazione per capire cosa fare». Riguardo agli operatori e a eventuali rimostranze l’amministratore di Hydrogest risponde così: «È tutta gente con la testa sul collo, certo non so come reagiranno mi auguro che prevalga il senso di responsabilità, ma non posso dire di più, del resto sono arrivato da poco in questa azienda». Cosa vuole dire l’ad? Hydrogest ad aprile è finita nel vortice di una inchiesta giudiziaria. Sessantuno le persone finite nell’inchiesta «Acque chiare» condotta da due Procure - Santa Maria Capua Vetere e Nola - e dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Caserta. Quattro, i destinatari di misure interdittive dagli uffici direttivi delle imprese: l’allora amministratore delegato della Hydrogest Gaetano De Bari, il presidente del consiglio di amministrazione Domenico Giustino, il capo impianto del depuratore di Napoli Nord Luigi Piscopo e il capo impianto del depuratore Foce dei Regi Lagni, Mauro Pasquariello. Secondo le Procure Hydrogest per aumentare i guadagni avrebbe lesinato sugli interventi di manutenzione degli impianti, in special modo di Napoli Nord e Villa Literno. Questi fatti. L’interlocutore a livello regionale, per la nuova Hydrogest è l’assessore Giovanni Romano. Lui aveva fissato il primo appuntamento per il 24 e sempre Romano dovrebbe indicare la nuova data del vertice. Secondo indiscrezioni venerdì potrebbe essere il giorno del vertice. Cosa si diranno le due parti? Hydrogest chiederà almeno una parte dei soldi per pagare gli stipendi. Dalla Regione difficilmente diranno sì. Non tanto per cattiva volontà quanto per mancanza effettiva di liquidità dell’ente. Situazione difficile e ingarbugliata. Non nuova tuttavia. Perché esattamente un anno fa Hydrogest ebbe un problema con il depuratore di Cuma che si fermò per tre giorni le conseguenze per il litorale domiziano furono catastrofiche. Soprattutto perché ci si trovava in piena stagione balneare.