Un business da cinquanta milioni ma potrebbe essere fatturato il triplo
Un volume d’affari annuo di 50 milioni di euro. Il business del Mog non è irrilevante, ma - superati gli ostacoli - la struttura di duecentomila metri quadrati, inaugurata nel ’90, potrebbe addirittura fatturare il triplo. Un volano dell’economia mancato finora, in pratica. Dopo anni di apertura parziale, ora lavora tutto l’anno, ma continua a funzionare a regime ridotto e con la metà degli spazi utilizzati. A parte la necessità di riqualificare la struttura, i concessionari si preoccupano anche della necessità di trovare all’interno della sede un piccolo presidio sanitario e la presenza costante dei vigili urbani per regolare il traffico sulla Circumvallazione esterna. Per il momento il tema dell’inquinamento, più che preoccupare fa discutere. In questi giorni, poi, fa scalpore il progetto di coltivare colza e mais al posto di pesche e albicocche nelle aree vicine alle ex discariche di Giugliano. La proposta arriva dall’assessore regionale all’agricoltura Vito Amendolara che è anche direttore regionale della Coldiretti. Un’idea avanzata all’indomani dello stanziamento di 48 milioni di euro per la messa in sicurezza dell’area della ex discarica Resit riempita di veleni nel corso degli ultimi venti anni.
Giugliano. Che nella terra dei fuochi siano avvelenati acqua e aria non spaventa nessuno. Nemmeno gli acquirenti di frutta e verdura che continuano a fare riferimento all’area di confine tra Caserta e Giugliano, la più colpita dall’inquinamento, per scegliere i prodotti da mettere in tavola. Dalle fragole alle peschenoci, passando per le albicocche. E se quest’ultime hanno subito un calo nelle vendite è stato solo per colpa delle piogge che ne hanno danneggiato la produzione. Insomma, secondo il bilancio dei concessionari del mercato ortofrutticolo di Giugliano, uno dei maggiori di tutto il sud Italia, le rivelazioni del pentito Gaetano Vassallo sui traffici illegali di spazzatura – interrati a ridosso delle coltivazioni- non hanno sortito gli effetti nefasti che si prospettavano ad inizio stagione. Anzi, dicono gli addetti, facendo un paragone tra i dati di vendita e di prezzi di questa estate, c’è stato persino un leggero miglioramento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E c’è ancora un mese per recuperare ulteriormente. Un caso limite? Per gli agricoltori non c’è da meravigliarsene. «I nostri prodotti sono sottoposti a controlli molto rigidi e severi perché nella maggior parte dei casi vengono destinati alla grande distribuzione – dice Gennaro Porcaro, presidente della Comer Futta, che mette insieme 54 concessionari -. E le relazioni degli esperti parlano di tracollo entro il 2064, siamo ancora lontani dalla catastrofe e quella del Mog è una realtà solida che resiste a tutto, anche all’inadeguatezza delle infrastrutture e all’indifferenza dell’amministrazione comunale». Insomma, più dell’allarme ambientale, alimentato anche dalla scoperta dei pozzi inquinati la scorsa primavera, a Giugliano preoccupa maggiormente la carenza di infrastrutture e servizi. Da quasi un anno, infatti, giace nel cassetto dei politici una proposta sulla gestione dell’area mercatale di 200mila metri quadrati di via Santa Maria a Cubito, a pochi passi dal centro commerciale Auchan. I privati sono disposti a pagare 250mila euro di fitto l’anno, contro gli attuali centomila in cambio di un rinnovo pluriennale della convenzione. E, si dice, anche per evitare che si modifichi l’assetto interno. Intanto, la convenzione di sei anni consentirebbe agli imprenditori di investire con minore rischio le risorse finanziarie necessarie per ammodernare gli impianti: frigoriferi capaci, innanzitutto, per poter lavorare la frutta senza rischio di deterioramento. Ma è evidente che la proposta, lanciata nel corso di un convegno a dicembre, non mette tutti d’accordo. La questione resta appesa da anni. Dal canto suo, l’attuale amministrazione si è attivata per reperire risorse pubbliche, ma non sembra sufficiente il progetto presentato attraverso il Comune, il cui preliminare è stato già approvato due mesi fa, che concorre a strappare quasi 800mila euro dai fondi strutturali del Por Campania. I fondi, infatti, basterebbero appena a riqualificare gli spazi all’interno della struttura di via Santa Maria a Cubito. Così l’obiettivo di trasformare il mercato in un centro agroalimentare, come da anni auspicano i commissionari, non sarebbe raggiunto. Insomma, il tema resta caldo e a Giugliano si conta di riattivare al più presto il tavolo tecnico col sindaco Giovanni Pianese e col consigliere comunale delegato al settore, Luigi Russo, assieme alla nuova dirigente comunale Rosa Ariano, delegata al settore dallo scorso gennaio.