Scipero selvaggio, raccolta in tilt e rifiuti in strada

Operai fermi: senza stipendio da due mesi
L'Asìa: "Questo è un ricatto alla città"
28 agosto 2010 - Adolfo Pappalardo
Fonte: Il Mattino

Una notte di protesta. Un gruppo di operai su un tetto con un cappio al collo e un altro incatenato ai cancelli per reclamare il pagamento di due stipendi arretrati. In totale protestano un centinaio di persone. La cooperativa è la Davideco che, tramite Enerambiente, si occupa della raccolta dei rifiuti nel cuore di Napoli per conto dell’Asìa. Dal Lungomare a via dei Mille, da via Marina ai Quartieri spagnoli. E l’effetto della protesta dei soci della cooperativa si vede dopo qualche ora: compattatori bloccati e cumuli di immondizia non raccolta agli angoli delle strade. In totale 200 tonnellate che verranno recuperate, in parte, solo nel corso della giornata. «Comprendo e capisco le ragioni della protesta dei lavoratori che non hanno percepito gli stipendi - spiega il presidente dell’Asìa Claudio Cicatiello - ma qui s’interrompe un servizio essenziale». Già. E se il quadro non si è aggravato è sol perché siamo ad agosto, molta gente è ancora in vacanza e Napoli produce molto meno delle sue 1400 tonnellate giornaliere di rifiuti. Tra una settimana o due sarebbe stato il caos e per rientrare nella normalità sarebebro stati necessari almeno due o tre giorni. È giovedì notte quando scoppia la protesta. Una cinquantina di soci della cooperativa blocca i cancelli dell’Enerambiente, in via De Roberto. Sul posto gli agenti del commissariato di Ponticelli per tentare di sbloccare la situazione e permettere l’uscita dei mezzi per la raccolta. Impossibile. Perché uno di loro si è incatenato ai cancelli e altri tre sono saliti sul tetto con una corda al collo. Minacciano gesti sconsiderati se non saranno pagati gli stipendi. E così si va avanti per alcune ore. È stallo completo, mentre i vertici dell’Asìa avvertiti all’alba, sono costretti a richiamare i loro dipendenti. «Per consentire un più rapido ritorno alla normalità - sottolinea l’assessore all’igiene urbana Paolo Giacomelli - sono stati attivati una serie di servizi integrativi per rimuovere i rifiuti presenti in strada». Ma l’assessore ha chiesto anche al prefetto e al questore di Napoli affinché le forze dell’ordine garantiscano la regolare uscita degli automezzi adibiti alla raccolta dei rifiuti. «L'amminitrazione giudica molto grave che, dopo la fine dell’emergenza, si torni a essere ostaggio di azioni esasperate di lotta, in particolare se - conclude - queste riguardano un settore così delicato come la raccolta dei rifiuti». «Uno sforzo immane - concorda pure Cicatiello, numero uno della partecipata comunale -: siamo strati costretti a far tornare sulla strada anche gli addetti allo spazzamento per cercare di far tornare la situazione alla normalità. Abbiamo grande rispetto per il disagio dei lavoratori ma il loro malcontento non può essere un ricatto per tutta la città. Un problema di pochi investe tutta Napoli e sarebbe auspicabile che proteste, ripeto legittime, si esprimessero in altri modi. Perché il servizio pubblico è materia delicata: si tratta di un servizio essenziale». E, infatti, il cuore di Napoli è invaso dai rifiuti. Solo nel pomeriggio, lentamente, la situazione torna alla normalità e iniziano a sparire i cumuli di immondizia dalle strade. Il segno, ulteriore, che basta un piccolo granello di sabbia a inceppare quella complicatissima macchina che è il ciclo dei rifiuti nel capoluogo partenopeo. Niente nuova emergenza, questa volta, ma comunque disagi. Solo poco dopo le 12 la situazione rientra e gli operai decidono di far cessare la protesta: scendono dai tetti e permettono l’uscita dei mezzi. A convincerli un bonifico di 150mila euro fatto dall’Enerambiente alla Davideco per permettere a quest’ultima di pagare gli stipendi di luglio ed agosto ai soci di quest’ultima. E la situazione si sblocca.

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