Depuratori e scarichi in mare, giallo sui dati Arpac a Capri
Capri. Giallo e polemica sui dati ufficiali dell'Arpac, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania, preposta al controllo delle acque. Il caso sollevato in Comune da esponenti del Consiglio comunale e riguarda soprattutto le analisi per la balneazione dopo le segnalazioni di cittadini su alcuni punti in cui il mare si è presentato sospetto con schiuma e colore scuro. Un'interrogazione al sindaco Ciro Lembo porta alla ribalta il problema del depuratore a Capri. L'impianto, che era stato oggetto di revoca dell'immissione degli scarichi in mare da parte della Provincia, continua a funzionare grazie ad un'ordinanza emessa dal sindaco che ordina alla Gori, la società di gestione del servizio, di non interrompere l'attività dello scarico delle acque reflue nell'impianto di depurazione, in località Occhio Marino fino al 24 dicembre 2010. L'ultima ordinanza emessa all'inizio della stagione turistica annulla la precedente che il Sindaco Lembo aveva firmato l'8 aprile, con la quale ordinava alla Gori di mantenere l'attività di scarico fino al 22 maggio 2010. Un lasso di tempo utile ad effettuare il monitoraggio delle acque reflue che vengono sversate in mare dalla condotta sottomarina, che è collegata al depuratore situato sul promontorio che sovrasta la baia davanti ai famosi Faraglioni. A distanza di tre mesi l'interrogazione del gruppo consiliare di minoranza L'Onda-Rinnovamento e Sviluppo, torna a sollevare l'attenzione. Firmatari del documento i consiglieri Marzio Lembo ed Enrico Romano: «Vengano resi pubblici i dati dei prelievi che in questi mesi sono stati effettuati dall'Arpac». L'Agenzia regionale, come è previsto dalla normativa, deve effettuare il monitoraggio e i prelievi dei campioni con le relative analisi con frequenza quindicinale a partire dal 1 aprile al 30 settembre di ogni anno e segnalare ai sindaci i tratti di costa da interdire alla balneazione qualora i risultati delle analisi impongano divieti. L'Arpac deve inoltre trasmettere mensilmente i risultati al sistema informativo del ministero della Salute. Ed è proprio sull'assenza e sulla pubblicazione dei dati che si soffermano i consiglieri comunali dell’opposizione. «Solo al termine dell'estate scorsa - dichiara Marzio Lembo - si è venuto a sapere che il contenuto inquinante delle acque reflue dell'impianto di Occhio Marino era superiore ai limiti consentiti dalla legge. Una vicenda che scatenò la polemica reazione dell'opinione pubblica, suscitando fra l'altro una diffusa e giustificata preoccupazione». «Abbiamo ricevuto - scrivono nel documento i due consiglieri comunali - segnalazione da parte dei cittadini della presenza di chiazze bianche sulla superficie marina proprio in prossimità dell'impianto. Episodio documentato con fotografie. Tra l'altro vengono lamentate da parte di alcuni bagnanti lievi affezioni cutanee che potrebbero attribuirsi all'immersione in acque inquinate o sospette tali». L'interrogazione rivolta al sindaco porta la data del 17 agosto 2010 ed arriva quasi al termine di una stagione balneare dove nessuna pubblicità è stata data dall'Arpac o altri enti sui risultati delle analisi raccolte a partire dal 7 aprile. A far luce sulla querelle che rischia di diventare materiale esplosivo dovrebbero essere i tecnici dell'Arpac e solo attraverso l'inoltro al Comune. Rendere pubblici gli esiti delle analisi delle acque potrebbe tranquillizzare non solo le istituzioni e i consiglieri comunali, ma anche l'opinione pubblica. «La mancanza di notizie ufficiali - attacca il consigliere Lembo - non fa altro che accrescere l’allarme. Insomma, fuori la verità».