Femovizione Vele sui fondi è scontro Comune-Regione
Nappi: ma servono progetti credibili
La Regione fa trapelare la volontà di contribuire alla soluzione del degrado di Scampia e del suo simbolo, le Vele, mettendo soldi per abbatterle e rispolverando anche la vecchia idea di una società di trasformazione urbana per il quartiere. Il Comune presenta il conto e ritiene troppo timida l’apertura dell’ente di Santa Lucia, così sono scintille. Lo scambio a distanza è fra l’assessore comunale Marcello D’Aponte e quello regionale Severino Nappi. In mezzo il Pd che preme per la soluzione della distruzione dei mostri. D’Aponte dunque precisa come stanno le cose dal punto di vista di Palazzo San Giacomo: «La Regione - spiega - ha erogato un finanziamento di 41 milioni e 200mila per opere di riqualificazione del patrimonio edilizio urbano. Una somma esigua se rapportata al lavoro da fare. Lo faccio così sapere anche ai vari capigruppo del Consiglio regionale che stanno intervenendo sull’argomento. Dentro questa riqualificazione c’è anche Scampia. Ma mi sembra davvero velleitario inserire l’abbattimento delle Vele, con quali soldi lo facciamo?». D’Aponte aggiunge: «Con questi fondi, alla luce del piano casa bisognerebbe anche provvedere alla nuova edilizia sociale. Ovvero il 20 per cento complessivo delle nuove costruzioni, un rapporto comunque troppo basso rispetto al fabbisogno di Napoli. E poi la questione dei tempi, dobbiamo presentare il piano entro il 18 ottobre ce la faremo ma un po’ di tempo in più non guasterebbe». Toni soft e parole decise quelle di D’Aponte. La stessa filosofia dialettica di Severino Nappi: «Il tema del recupero delle periferie - si legge in una nota - è al centro del nostro programma. I luoghi di sofferenze e di emarginazione innanzitutto culturale, tanto nelle grandi città, quanto nei paesi della provincia e dell’intera regione, non possono essere soltanto palestra di esercizi retorici, come è purtroppo accaduto troppo spesso in questi anni. Scampia ne è l’esempio lampante. Accanto al recupero ambientale del territorio, interventi come la costruzione dell’università, di un polo formativo, di centri di aggregazione e quelli di sostegno a imprese, anche artigiane, interessate all’occupazione giovanile, sono tutti strumenti cui, per le diverse competenze di ogni singolo assessorato, si deve lavorare, partendo dalle idee già in campo». E l’abbattimento delle Vele? Nappi la prende alla larga: «Bisogna, però, cambiare metodo. Per evitare cattedrali nel deserto o progetti che restano sulla carta, occorre preventivamente analizzare le effettive esigenze dei territori, confrontandosi con le istituzioni locali, le parti sociali e il tessuto produttivo. Solo così si potrà non solo scuotere le coscienze, ma anche coinvolgere tutti in questo difficile processo di rinascita». Insomma prende tempo la Regione, non chiude la porta e in teoria nemmeno il portafogli per la demolizione dei mostri di cemento armati abitati dagli eserciti di Gomorra per una buona parte. Peppe Russo, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, sulla questione ha le idee chiare, fino al punto di bocciare l’edilizia pubblica: «Un piano di risanamento edilizio delle periferie è assolutamente indispensabile - dice - il disagio è concentrato in pochissimi quartieri e alla fine è prevalsa la separazione e la ghettizzazione. Bisogna abbattere questi luoghi». Quindi la proposta: «Basta però con l’edilizia pubblica gli Enti locali non devono costruire alloggi ma facilitare e rendere possibile l’acquisto della casa». Infine mettere in questi quartieri funzioni: «Duecento borse di studio per i migliori laureati campani in architettura, ingegneria, geologia e sociologia per definire un quadro d’indirizzi e di obiettivi su cui concentrare le iniziative degli enti locali».