Sacchetto selvaggio, scattano i primi interrogatori
L’operazione congiunta di polizia municipale e Asìa per l’identificazione dei napoletani che si liberano dell’immondizia illegale prosegue con costanza. Anche ieri sono state aperte decine di sacchetti sversati in maniera illegale, a caccia di dati per risalire ai «proprietari» dell’immondizia: si tratta di una battaglia che il comandante della municipale, Luigi Sementa, intende condurre con tenacia e che, a partire da lunedì prossimo, coinvolgerà tutte le unità operative dislocate nella città. Ieri sono anche partite le prime convocazioni per le persone identificate durante il primo giorno di lavoro. Una ventina di napoletani dovranno presentarsi all’unità operativa di Secondigliano, retta dal tenente Ciro Colimoro, e dare una spiegazione plausibile per la presenza del pattume ai bordi delle strade o in discariche abusive. Sono in corso indagini approfondite anche sulle ditte che hanno sversato materiali pericolosi e inquinanti. Paradossalmente questo fronte dell’indagine è più semplice perché si tratta di materiali specifici che vengono utilizzati da poche strutture facilmente identificabili. Ieri i dipendenti dell’Asìa hanno completato la pulizia della discarica illegale di cupa Perillo dove giovedì mattina furono trovati, tra l’altro, plastici tridimensionali e disegni tecnici dello studio di architettura del professor Aldo Loris Rossi. Sulla vicenda che riguarda l’urbanista sono intervenuti i Verdi Borrelli e Ceparano: «All’architetto chiediamo di rendere pubblico il nome della ditta e della discarica che hanno smaltito su commissione questi rifiuti e denunciarli. In caso contrario chieda scusa alla città e paghi una multa salatissima per aver inquinato anche lui in modo illegale. Non esistono intoccabili nella battaglia contro gli inquinatori». Adesso l’area di Cupa Perillo è completamente libera: l’Asìa ha garantito un controllo costante della strada per evitare che si formino nuovi cumuli illegali, la polizia municipale ha attivato le procedure burocratiche per la sistemazione di telecamere per sorvegliare l’area 24 ore su 24: «Quella della videosorveglianza è una vecchia proposta del comitato cittadini, associazioni e rom insieme - spiega il sacerdote Domenico Pizzuti che aveva denunciato al Mattino il degrado della discarica - siamo lieti che se ne riparli». Il sacerdote, a nome del comitato mostra soddisfazione per l’operazione di pulizia, chiede che vengano presto sistemati cassonetti e che la vigilanza sia costante e stringente. Il problema della vigilanza è particolarmente caldeggiato anche dall’Asìa alla quale il solo contatto con la polizia ambientale non basta: «Chiediamo decine di interventi - spiegano dall’Azienda - e la polizia ambientale non riesce a rispondere a tutte le nostre richieste. Il rinnovato accordo con la polizia municipale ci consentirà di affrontare meglio tutte le emergenze».