Tuffo in piscina con vista sulla discarica
«L'uso dell'ascensore, con il portiere fuori servizio, è a proprio rischio e pericolo». La targa dell'avviso è ancora ben avvitata su una delle quattro pareti dell'elevatore. Così come l’antica gettoniera che reca l'invito all'uso delle lire. Roba vecchia. Peccato che però da giorni quell’ascensore è stato prima smontato pezzo per pezzo e poi abbandonato sul marciapiedi di via Arturo Labriola, angolo via Giochi del Mediterraneo. A fargli compagnia water di ceramica, stufe alogene, lavatrici, lavastoviglie, televisori e frigoriferi in disuso, ma anche poltrone, divani, tappezzerie, scarpe, bidoni di vernice e liquidi altamente tossici. Sono lì da almeno qualche mese. Ogni tanto al cumulo di rifiuti fa visita qualche passante che riesce a portarsi a casa qualcosa di riciclabile. O qualche automobilista che, rimasto a secco di benzina, cerca taniche o altri contenitori da adattare per un pieno dal distributore. «È un vero scempio - denuncia Ciro Ciotola, 53 anni, benzinaio da 32 e da un mese titolare della nuova stazione in via Labriola - la gente viene di giorno e di notte a depositare qui i materiali ingombranti: la piazzola Asìa era localizzata in via della Liberazione, vicino alla Nato di Bagnoli, ma i residenti si sono ribellati e così l’area di sversamento è stata delocalizzata qui. Domenica i netturbini ci hanno messo cinque ore per raccogliere tutto, ma stamattina ci siamo risvegliati peggio di prima. Manca un controllo». Gli operatori del numero verde Asìa spiegano come funziona: «In quell’area,
che è comunque provvisoria, si possono depositare rifiuti ingombranti il sabato dalle 9 alle 17 e la domenica dalle 9 alle 13 quando è presente nostro personale con i camion per la raccolta». Regole non rispettate, perché qui si scarica tutti i giorni e in tutti gli orari. E d’estate va anche peggio, perché - aggiunge l’addetto al call center - «il servizio del weekend non è sempre garantito, prima di abbandonare gli ingombranti conviene telefonare e accertarsi se ci sarà la rimozione». Intorno alle undici passa un’auto della polizia municipale. «Sono appena rientrato dalle ferie - spiega il vigile di turno a Fuorigrotta - ma di questa cosa non ne sapevo nulla, mi risulta nuova, provvvederemo, segnaleremo». E in attesa che le segnalazioni arrivino sulle scrivanie giuste, tocca fare i conti con un pessimo biglietto da visita per la città. Siamo a due passi dalla piscina olimpionica Scandone, punto di riferimento per i campioni di nuoto, dal Palabarbuto, già sede dei campionati di basket, dai cancelli dell'abbandonato Palargento (costruito negli anni '60 e dal 1998 in disuso). A poca distanza dallo sversatoio la stazione dei carabinieri, la caserma dei vigili del fuoco e il maxicinema Med. Chi entra in città dalla tangenziale di Agnano non potrà non essere accolto da quella montagna di immondizia. Carmine Verducci, 60 anni, quella strada la percorre tutte le mattine a bordo della sua moto: «Non capisco perché ci si continua a co
mportare così, a rovinare una città meravigliosa. Qui non si può nemmeno uscire di casa». Accanto al materiale di risulta della ristrutturazione di uno stabile, dalle vecchie tapparelle ben arrotolate agli infissi e i copri interruttori per le prese di corrente elettrica, grandi tendoni che lasciano supporre essere stati utilizzati per qualche lavoo edile prima di essere stati ammassati e abbandonati. Lì sotto continuano ad accumularsi e a mescolarsi tutti i rifiuti immaginabili: teli di nylon usati da un imbianchino, secchi vuoti di vernice, sacchi rotti dai quali fuoriescono lattine, bottiglie e scatole del latte, resti di potatura, elettrodomestici, mobili, materassi, calcinacci, vetri, vestiti. Altro che raccolta differenziata: questo è l’ennesimo esempio di inciviltà.