Ricorso al Tar contro l’inceneritore
Termodistruttore: il comune di Giffoni Sei Casali ha presentato ricorso al Tar Lazio. L'ha firmato il sindaco, Gerardo Marotta, e sarà discusso nei prossimi giorni. Il comune picentino ha messo sotto accusa numerosi provvedimenti che il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, ha emanato quale commissario con i poteri straordinari attribuitigli lo scorso 16 gennaio dall'ex presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi. Il sindaco Marotta ha chiesto al Tar capitolino la sospensiva delle ordinanze di De Luca che hanno localizzato a Cupa Siglia il termodistruttore, un impianto che dovrà trattare la produzione annua di rifiuti, ammontante in provincia di Salerno a circa 450mila tonnellate. Sono stati impugnati anche i provvedimenti con i quali De Luca ha approvato il bando di gara ed i relativi inviti diramati a sette importanti cordate di imprese. In gara sono rimasti il Rti Hera Spa - Ccc Consorzio Cooperative Costruzioni e la Spa A2A. La società Cnim, a capo della Sogeco e della De Vizia Transfer, esclusa dal seggio di gara, é stata bocciata anche dal Tar. «La realizzazione dell'impianto - sostiene il comune ricorrente - sarebbe devastante per i beni costituzionalmente protetti quali la salute, l'ambiente ed il paesaggio e determinerebbe un gravissimo rischio a danno dello sviluppo economico del territorio, a vocazione agricola e destinato al commercio di prodotti di particolare tipicità: olio extravergine di oliva a denominazione di origine controllata, nocciole Igp, vino di Montevetrano, la mela annurca, ecc». Intanto, il consigliere regionale Ugo Carpinelli denunzia che «la burocrazia del Commissariato blocca il completamento dell'impianto di compostaggio di Sardone». L'esponente del Partito Democratico chiede l'intervento del prefetto De Gennaro, già interessato dal sindaco di Giffoni Valle Piana, Paolo Russomando, «per la riconversione dell'impianto da obsoleto a tecnologicamente avanzato». La nuova proposta prevede un impianto interrato, dotato di biofiltro naturale a bassissimo impatto ambientale, a fronte dei contenitori a ”coccinella”, sistema aerobico di trattamento dei rifiuti con emissione e dispersione nell'ambiente di fumi maleodoranti. Carpinelli, quindi, contesta il ”vecchio catorchio” che non sarebbe in linea con le ultime tecnologie. «Paralizzare l'ultimazione dell'impianto di Salerno - aggiunge il consigliere regionale - è un colpo durissimo al ciclo integrato dei rifiuti, quando il trasferimento dell'umido a Catania o verso il nord costa ai Comuni oltre 160 euro a tonnellata».