Acqua negata, la rabbia di Santa Maria a Vico

Nuove analisi per stabilire la potabilità: Il Sindaco: il Consorzio ci deve rimborsare la minerale
12 agosto 2010 - Stella Vigliotti
Fonte: Il Mattino Caserta

Santa Maria a Vico. Acqua infetta: partito l’intervento di potabilizzazione. Anche oggi l’acqua del rubinetto nelle case di Santa Maria a Vico non è potabile. L’Asl ha riscontrato la presenza di 19 escherichia coli per ogni 100 millilitri di acqua. Una quantità seppur minima di presenza batteriologica, che invece dovrebbe essere pari a zero. Il monitoraggio di tutti i fontatini (23) del paese è iniziato. Si tratta di controlli congiunti fra Asl e Consorzio Idrico, che si ripeteranno due volte al giorno finchè non rientrerà l’emergenza idrica. Ieri mattina si è tenuta la conferenza di servizi fra l’Asl, il Consorzio idrico Terra di Lavoro e il Comune, che ha preteso «una relazione scritta e dettagliata – dice il sindaco Alfonso Piscitelli - di tutti gli interventi messi in campo per la tutela della qualità dell’acqua». Non solo: ieri mattina è anche partita la clorazione del sistema idrico, nel quale sarà immesso una maggiore quantità di cloro, sostanza capace di neutralizzare e purificare l’acqua. L’intervento di potabilizzazione dell’acqua dovrebbe produrre risultati entro venerdì sera o sabato mattina, prima di allora non potrà essere consumata l’acqua corrente. L’avviso pubblico affisso su tutti gli spazi utili del paese, parla chiaro: «Acqua non potabile, bollire almeno 20 minuti prima dell’utilizzo» e divieto a tutti gli esercizi commerciale di somministrare alla clientela qualsiasi bevanda o alimento precedentemente venuta in contatto con l’acqua contaminata. E non si ammettono ritardi. «La qualità dell’acqua dovrà essere garantita in tempi brevi – precisa il sindaco – non esiterò a denunciare chiunque si sia reso responsabile di inadempienze in termine di controllo e monitoraggio della purezza dell’acqua». Secondo gli esami di laboratorio dell’Asl, il fontanino in località Maielli, presenta un minima percentuale di contaminazione batteriologica, questo lascia presupporre che a determinare l’inquinamento dell’acqua siano stati proprio gli interventi di sostituzione delle pompe idriche, per i quali è stato necessario interrompere l’erogazione dell’acqua, lasciando a secco le tubature, dove in assenza del flusso arricchito di cloro, si sono sviluppati gli escherichia coli, che sono indicatori di contaminazione fecale. «La percentuale di contaminazione dell’acqua è minima – rassicura il primo cittadino - per queste quantità di e.coli la possibilità dell’insorgenza di patologie nell’uomo è molto rara». Per questo puntualizza: «Siamo in guardia, ma non in allarme. La mia priorità è la tutela della salute pubblica, per questo come autorità sanitaria ho messo in guardia la cittadinanza dall’uso dell’acqua». È una corsa contro il tempo. Alcuni ceppi di escherichia coli, anche se è un batterio che fa normalmente parte della flora batterica dell’uomo e di alcuni animali, hanno sviluppato la capacità di generare malattie, soprattutto intestinali. Il periodo di incubazione si aggira tra i 3 e gli 8 giorni. Il batterio provoca prevalentemente disturbi gastrointestinali, come la diarrea, infezioni all’intestino crasso, dolori addominali, nausea e vomito. In genere non si presenta febbre, anche se può verificarsi in alcuni casi. I sintomi durano di solito circa una settimana. E capire da quanto tempo, prima dell’avviso comunale, l’acqua non fosse potabile è l’enigma che più preoccupa la cittadinanza, che forse per giorni ha consumato e ingerito acqua non potabile. Intanto i protocolli di igiene dell’Asl parlano chiaro: ogni 15 giorni si effettuano obbligatoriamente controlli di qualità dell’acqua, esami che vengono effettuati periodicamente e sistematicamente.

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