Bonifica Isochimica: Caramelli scrive alla Commissione UE ambiente

30 giugno 2010
Fonte: Irpinianews

Continua la richiesta di informazione alle autorità e alle istituzioni sullo stato del controllo della salute degli operai della ex Isochimica di Pianodardine che per anni hanno lavorato restando esposti all’amianto e sui lavori di bonifica dell’area su cui sorgeva l’azienda.
Carlo Caramelli presidente regionale di Cittadinanza Attiva scrive a direttore generale dell’Asl Av2, all’Arpac, al Presidente Sibilia, al Prefetto Blasco, alle Commissioni errori sanitari di Senato e Camera, al sub commissario Zuccatelli e alla Commissione europea direzione generale ambiente. A loro Caramelli chiede di verificare se "esista o meno presso l’Asl Av2 un elenco dei lavoratori esposti e delle attività a cui erano addetti; se i lavoratori siano stati tutti sottoposti a sorveglianza sanitaria e se, in caso di riscontro positivo, esistano i dati relativi; se le operazioni di rimozioni e smaltimento dell’amianto abbiano provocato l’emissione di fibre nell’ambiente tale da esporre la popolazione a valori superiori a quelli di fondo, in caso di riscontro positivo, si chiede se sia stata effettuata la sorveglianza epidemiologica attraverso i controlli sanitari sulla popolazione a rischio". Caramelli chiede inoltre un’informativa sul piano di lavoro di bonifica presentato all’Asl ai sensi dell’art. 34 D.Lgs. 277/91, rispettando i criteri tecnici previsti dal D.M. 6/9/94. Un’informativa sul piano di risanamento e se durante il periodo di lavorazione e non dell’azienda, l’Asl Av2 o l’Arpac si siano dotate di un piano di controllo ambientale per verificare periodicamente che non vi sia stata alcuna possibilità di emissione di fibre nell’atmosfera, al fine di tutelare la salute pubblica.
Per Cittadinanza Attiva la richiesta si rende necessaria anche "alla luce di quanto emerse nelle circa 2000 pagine di documentazione prodotte dal Servizio di Igiene dell’Ispettorato Provinciale del Lavoro tra il febbraio 1988 e l’ottobre 1989. Dai 20 mesi di indagine si evinse che la prima scoibentazione delle carrozze ferroviarie avvenne nel periodo 10/11/82 – 31/03/83 al di fuori dello stabilimento, verosimilmente nella stazione ferroviaria di Avellino, con l’utilizzo di 11 dipendenti. Successivamente fino al giugno del 1989 la scoibentazione delle carrozze avvenne all’interno dello stabilimento ex Isochimica con l’utilizzo di 92 operai. Dato ancor più rilevante è il fatto che la qualità della polvere di asbesto scoibentata dalle carrozze ferroviarie, in gran parte era costituita da crocidolite la specie notoriamente più pericolosa che comporta un rischio per le persone esposte in caso di superamento del limite attuale previsto dalla Legge: 0,6 ff/cc per il crisotilo e di 0,2 ff/cc per gli anfiboli, tra cui la crocidolite. L’esposizione ad un valore superiore comporta un rischio di contrarre neoplasie all’apparato respiratorio anche dopo molti anni. Inoltre le circa 1500 tonnellate di amianto scoibentato sono state smaltite in grossi sacchi di plastica all’interno del perimetro aziendale, in parte adoperato per comporre manufatti cementiti all’interno dello stabilimento ed in parte ancora smaltito secondo modalità sconosciute e luoghi non meglio identificati".
Per questo Caramelli chiede anche se "sia stato o meno predisposto il registro di patologia per neoplasie specifiche ed eventuale studio di mortalità in coorte di esposti ed ex esposti, il coinvolgimento delle strutture diagnostiche per l’attuazione di flussi informativi presso gli istituti di prevenzione, il registro dei mesoteliomi, i controlli sanitari sulla popolazione a rischio smaltimento dei rifiuti di amianto, così come prevede il Piano Regionale di Protezione dell’Ambiente di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dei pericoli derivanti dall’amianto ivi compresa l’attività di controllo, vigilanza e sorveglianza sanitaria attiva e passiva".

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