«Impianto di compost per completare il ciclo»
Il futuro del comparto rifiuti in provincia di Avellino passa attraverso la realizzazione di un impianto di digestione anaerobica. «Una struttura - spiega la presidente De Simone - capace di realizzare selezione a freddo e riciclo, garantendo anche la produzione di compost dalla parte umida». Il progetto era stato presentato dal commissario De Gennaro a tutti i presidenti delle province campane nelle scorse settimane. Giunta e tecnici di palazzo Caracciolo lo hanno analizzato con cura, in tutti i suoi dettagli. Trovandolo perfetto per la gestione del ciclo in Irpinia. Per questo, martedì prossimo, nel corso del vertice di cui aveva sollecitato la convocazione, la presidente De Simone avanzerà la richiesta (è necessaria anche l'autorizzazione del Governo centrale) di realizzarlo in uno dei comuni della provincia di Avellino. «Siamo molto interessati - evidenzia - e faremo un tentativo per l'attuazione di questo progetto. Sarebbe il terminale perfetto e permetterebbe alla nostra provincia di chiudere il ciclo integrato senza affanni. Inoltre, funzionerebbe anche con il rifiuto tal quale». Un impianto che potrebbe consentire, dunque, anche di fare a meno della reingegnerizzazione del Cdr. Ma che dovrebbe essere inserito in un percorso di provincializzazione. In questo senso, l'amministrazione provinciale sta continuando a lavorare al piano di gestione del ciclo integrato, completo di tutta l'impiantistica. «Ma ci è stata affidata - spiega la presidente - anche la gestione della discarica di Savignano. Siamo in una fase di transizione che potrebbe portarci a risolvere definitivamente il problema». Resterebbe il nodo della zona in cui localizzare quest'impianto. Ma, anche per questo, la De Simone sembra aver già trovato la soluzione. Si parla di Vallata e della zona dell'alta Irpinia ma, a riguardo, la presidente mantiene il più stretto riserbo e non si lascia sfuggire alcuna indicazione. «Stavolta - spiega - c'è quasi una gara a voler ospitare questa struttura, già costruita in cinque paesi europei, oltre che in Israele e negli Stati Uniti. È un impianto con un impatto ambientale pari quasi a zero e capace di offrire opportunità occupazionali. È paragonabile ad un'azienda». Nella Campania che non riesce, ormai da anni, a far partire neanche un termovalorizzatore, l'Irpinia potrebbe essere l'antesignano di una tecnologia ancora più avanzata. E risolvere senza affanni, una volta per tutte, il problema rifiuti, garantendo anche una fetta di solidarietà al resto della regione.