Depuratori in tilt: "Basta ritardi o sarà il caos"

Cesaro: impianti fuori norma
ancora a rilento le opere di adeguamento
9 agosto 2010 - Livio Coppola
Fonte: Il Mattino

Depuratori fuori norma. Lavori di adeguamento troppo lenti. E scatta un nuovo allarme mare. A lanciarlo stavolta è la Provincia, con il presidente Luigi Cesaro, preoccupato per le condizioni in cui verte il Golfo partenopeo, che negli ultimi due anni non ha visto miglioramenti dal punto di vista dell'inquinamento e della balneabilità. Uno stallo dovuto perlopiù ai ritardi nella messa a norma degli impianti di depurazione, fra tutti quelli più grandi di Cuma, Napoli Est e Foce del Sarno, per i quali solo negli ultimi giorni si stanno muovendo nuovi passi. Cesaro non usa mezze misure per esprimere i suoi timori: «Siamo preoccupati per le sorti del mare della nostra provincia - dice il presidente - Parliamo di una risorsa che oggi risulta fondamentale per la nostra economia. Stiamo sollecitando gli Enti competenti ad accelerare il più possibile l'adeguamento dei depuratori, perchè in assenza di novità si rischia di compromettere la salute in gran parte delle coste, anche in prossimità delle nostre "perle", dalla Penisola Sorrentina fino a Capri, Ischia e Procida». La vicenda è ormai vecchia di anni. La Provincia come Ente ha competenze di controllo, ma soprattutto di autorizzazione allo scarico dei depuratori. Ad oggi la situazione è deficitaria: su quindici impianti censiti nel Napoletano, se si va ad omettere i quattro in costruzione (tre ad Ischia e uno a Vico Equense), degli undici attivi ben sei risultano fuori norma, dunque non autorizzati a scaricare. Tra essi ci sono gli impianti più grandi, e decisivi per il livello di salubrità del mare: «E' impossibile fermarli perchè sarebbe da incoscienti - spiega l'assessore provinciale all'ambiente - dall'altro lato però non ci sogneremmo mai di concedere l'autorizzazione formale allo scarico, perchè come stanno le cose i principali depuratori della provincia non sono adeguati. Per questo stiamo collaborando con le Istituzioni, Regione in primis, per avere riscontri concreti». La messa a norma dei depuratori ha trovato nei mesi numerosi ostacoli, specialmente in alcuni casi eclatanti. Il primo è senz'altro quello di Cuma, dove sono previsti interventi sulle vasche di ossidazione e sul sistema di disidratazione dei fanghi. Per circa un anno, tra una riunione e l'altra, non si è raggiunta l'intesa tra la Regione e l'Hydrogest, società che rivendica 130 milioni di crediti e nei giorni scorsi ha annunciato di non voler proseguire nella gestione di alcuni impianti di cui è concessionaria, Cuma in primis. «Fino ad oggi non abbiamo avuto alcun aggiornamento sui lavori, pur avendo chiesto numerose volte il cronoprogramma - spiega ancora Caliendo - Nell'ultimo incontro del 7 luglio Regione e Hydrogest hanno parlato di una situazione "notevolmente migliorata", con i primi interventi in esecuzione, ma aspettiamo riscontri precisi». Attorno alla vicenda di Cuma si sono già sollevate diverse "emergenze inquinamento" nelle ultime due estati, vista la strategicità di un impianto che va ad incidere su Napoli nord e sul litorale Domitio-Flegreo. C'è ancora molto da fare anche a Napoli Est, dove il depuratore non è stato completato anche a causa della contiguità con il futuro termovalorizzatore cittadino, che è in procinto di essere appaltato. Scendendo più a sud si arriva poi alla Foce del Sarno, dove l'impianto non vede ancora buona parte dei Comuni collettati. «Alcuni di essi, quelli alla destra del fiume dovevano essere allacciati a luglio, ma c'è un ritardo - insiste Caliendo - per quelli alla sinistra c'è invece un problema di fondi». Problema, questo, che dovrebbe essersi risolto il 26 luglio scorso, quando la Regione ha trovato 6 milioni e mezzo per terminare il collettore di Gragnano. «Bisogna accelerare - fa eco Cesaro - se si va avanti in 5 anni avremo un mare migliore».

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