«Isochimica, bonifica corretta» Il Comune promuove l’impresa

Dopo la denuncia di Eurokomet
Ma Caramelli insiste: troppi dubbi sull'operazione di risanamento
8 agosto 2010 - Rosa De Angelis
Fonte: Il Mattino Avellino

Nessuna irregolarità nei lavori di bonifica. A confermare quanto già ribadito dall’amministratore dell’Eurokomet Biagio De Lisa ci sono le relazioni di Arpac e Asl sulla messa in sicurezza dell’ex Isochimica. Così Gerardo Bilotta, presidente della commissione consiliare sulla Riqualificazione di Pianodardine, interviene sulla questione dopo la lettera alla cittadinanza di De Lisa. L’amministratore della ditta che si occupa della messa in sicurezza dell’area difende l’operato della propria impresa dopo la richiesta d’indagine avanzata alla Procura della Repubblica. «Questa confusione sulla vicenda mi rattrista molto. - spiega Bilotta - L’Asl e l’Arpac ci hanno assicurato che tutto è stato fatto secondo la legge. Chi ha fatto i lavori ha anticipato due milioni di euro: la parola fine su questa vicenda non potrà mai essere messa se non si procede alla rimozione dei blocchi di amianto che ancora ci sono». I lavori sarebbero alla fase conclusiva ma i cubi di amianto da smaltire in Germania sarebbero in numero maggiore rispetto a quanto previsto. L’Eurokomet ha sollevato la questione al Tribunale di Avellino, essendo l’Isochimica sottoposta a curatela fallimentare. Secondo De Lisa, la bonifica alla fine costerà il doppio del previsto. Ma il curatore è molto chiaro: non pagherà più di quanto è già stato pattuito. «Oggi l’Isochimica è di proprietà del Tribunale. - spiega l’assessore comunale all’Ambiente, Gianluca Festa - La curatela fallimentare ha sottoscritto un contratto con un privato per avviare la bonifica così da poter procedere poi alla vendita del terreno. Attualmente è emerso che servono più soldi, quindi la palla passa ora ai privati e alla curatela. Quando abbiamo saputo della situazione abbiamo convocato le parti per capire qual era lo stato dei lavori e come proseguire sulla strada del risanamento. Secondo Asl e Arpac la bonifica è stata fatta in maniera corretta, l’amianto friabile è stato smaltito mentre restano ancora i blocchi di amianto cementificato». Per Carlo Caramelli, presidente del Tribunale del Malato, il caso non può in ogni modo dirsi chiuso, o quantomeno avviato a soluzione. Solleva qualche dubbio sulla correttezza della riqualificazione e parla di un «problema Isochimica». «È necessario - afferma - pubblicare i dati raccolti. Il risanamento non è completato e noi non sappiamo sotto cosa è stato fatto. Vogliamo che siano pubblicati i dati sulla sorveglianza sanitaria agli operai e agli abitanti della zona. La gente ha respirato fibre di amianto per anni». Resta comunque incerto il destino dell’ex stabilimento di Graziano, dopo la fine dei lavori. «Già nel 2008 - spiega Festa - con una delibera il Comune ha mosso le sue osservazione sulla destinazione d’uso dell’area, chiedendo che fosse svincolata dal piano Asi che prevede la destinazione industriale. L’obiettivo ora è riqualificare l’intera zona». Su questo punto, la partita appare decisamente ancora tutta da giocare.

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