Il Sindaco ribelle ricorre al Tar
Camigliano. Il giorno dopo la rimozione del sindaco Vincenzo Cenname, decisa giovedì dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, è per le reazioni di dissenso. Contrari allo scioglimento del consiglio comunale non solo i cittadini camiglianesi che Cenname lo avevano scelto con un consenso quasi plebiscitario, ma anche quelli dei comuni limitrofi. Il portale d’informazione di Pignataro Maggiore, in sostegno di Cenname, ha addirittura dichiarato lo stato di agitazione di una settimana. «Perchè – si chiedono i redattori del sito pignatarese - un sindaco che con poche risorse è riuscito a risolvere il problema della raccolta dei rifiuti viene rimosso, mentre funzionari dello stato, pur non avendo risolto l'emergenza dei rifiuti, sono promossi?». Un quesito che si pongono in tanti. L’associazione Libera, la Scuola di pace Don Peppe Diana e il Comitato Don Peppe Diana non comprendono come si possa «punire un amministratore che in un territorio difficile porta avanti un’azione di legalità e responsabilità nel salvaguardare i diritti dei cittadini». «Come si fa a sciogliere un consiglio comunale attento alle esigenze dei cittadini - chiede il coordinatore di Libera Caserta Valerio Taglione - in una provincia dove invece il male da estirpare è il legame politica-camorra?». Parole amare che ieri, sul profilo di Facebook di Cenname, sono state condivise da centinaia di persone, di età e provenienza diverse. Tutti contro il provvedimento duro «attuato - ci tiene a sottolinearlo Cenname - dopo pochissimi giorni che la relazione riguardante il mio paese era finita sulla scrivania di Maroni». Reazioni a catena che preannunciano una protesta più strutturata di quelli che stanno dalla parte del sindaco ribelle. Il sindaco che, pur di opporsi alla legge 26 del gennaio 2010, con cui è stata stabilita la gestione provinciale del ciclo dei rifiuti, non ha esitato ad esprimere dissenso fino alla fine. Senza mai tentennare, nonostante i continui solleciti della prefettura, Cenname non è tornato indietro. «Non l’ho fatto per il senso della sfida - precisa - ma semplicemente perché c’era bisogno di offrire un segnale chiaro e netto contro decisioni che non migliorano, ma piuttosto mettono ancora di più in ginocchio, il territorio». Ma adesso è tempo di reagire. L’ex sindaco ha deciso di inoltrare ricorso al Tar del Lazio contro il provvedimento di scioglimento. Intanto al suo posto ha già le redini in mano la vice Gemma Graziano. In questi ultimi mesi prima delle elezioni, che saranno quindi anticipate di un anno rispetto all’elezione di Cenname avvenuta nel 2007, i riflettori saranno proiettati sulla continuità amministrativa. In primis sulla riqualificazione di via Rocco, sulla pista ciclabile in progetto, sulla realizzazione della biblioteca multimediale. «Bisognerà compiere il massimo degli sforzi- sostiene l’ex primo cittadino, indipendente e non schierato a livello partitico - per portare avanti con determinazione le iniziative intraprese per il paese». Cenname non si sente solo. A lui la solidarietà dei sindaci di Pastorano, Vitulazio, Giano Vetusto, Rocchetta e Croce. Ma anche degli amministratori di altri centri del Casertano. Dal sindaco di Cesa Vincenzo De Angelis al vicesindaco di Teverola Dario Di Matteo e al sindaco di Casaluce Nazzaro Pagano.