I Consorzi di bacino al prefetto: casse vuote, servizi a rischio
Rifiuti, è emergenza finanziaria. I commissari liquidatori dei tre Consorzi di Bacino, scrivono al prefetto di Salerno, Sabatino Marchione, «affinchè intervenga per fronteggiare una situazione debitoria diventata insostenibile, nei confronti della quale i Comuni continuano ad essere insolventi». A rischio, secondo gli avvocati Fabio Siani, Giuseppe Corona e Domenico Del Gaudio (rispettivamente commissari dei consorzi Sa1, Sa2 e Sa4) sarebbero gli stipendi degli impiegati. Per il solo Consorzio di bacino Sa 1 a rischio sarebbero 350 stipendi. «Il 10 agosto pagheremo quello di luglio - spiega il commissario Corona - ma è a rischio quello di agosto che dovrebbe essere pagato a settembre». Proprio per protestare contro lo stato delle cose, l’altro giorno due dipendenti «esasperati» hanno minacciato di lanciarsi giù dalla finestra degli uffici del Consorzio. Ed è dovuta intervenire la Digos. «Per fortuna si è trattato di un caso isolato - aggiunge ancora il commissario - per il resto i nostri dipendenti hanno grande responsabilità e, per ora, mantengono la calma». Ciascun Consorzio vanta, al momento, crediti per circa 15 milioni di euro. Di qui il disperato appello al prefetto innanzitutto, poi anche al ministero degli Interni, alla presidenza del Consiglio dei ministri, all’assessore regionale all’Ambiente, al presidente della Provincia. La situazione più disperata è quella del Consorzio Sa4 che non ha pagato gli ultimi cinque stipendi, mentre i dipendenti di Sa1 a luglio non hanno percepito la quattordicesima. «Al Prefetto - scrivono in una nota i tre commissari - è stato, ancora una volta, evidenziato che la morosità dei Comuni, molti dei quali sono in prima linea nella battaglia per continuare a gestire la prima fase del ciclo integrato dei rifiuti e ad incassare la Tarsu, mette in serio rischio il pagamento delle spettanze dei lavoratori dei Consorzi e delle società partecipate. Una situazione che, di conseguenza, determinerà nelle prossime settimane seri problemi alla efficiente gestione del ciclo integrato dei rifiuti». In poche parole: niente stipendi, niente servizi. Torna dunque l’incubo dell’emergenza nel Salernitano. «Ci auguriamo - continuano i commissari - un energico e persuasivo intervento di chi rappresenta sul territorio il governo nazionale sugli enti locali affinché questi assolvano i propri impegni finanziari al fine di evitare conseguenze fin troppo prevedibili». Tutte le mattine i commissari, raccontano, sono costretti a chiamare uno ad uno i Comuni morosi per avere almeno un acconto ma la risposta, per tutti, è sempre negativa. Il record dei debiti spetta, per quanto riguarda il Consorzio Sa1, al Comune di Pagani, con oltre 8 milioni di euro seguito a ruota da quello di San Marzano sul Sarno (quasi 4 milioni di euro). Per il Consorzio Sa4, invece, ai vertici della black list vi è il Comune di Agropoli,con oltre tre milioni di euro. Sul credito vantato dal Consorzio pesa soprattutto la quota relativa alla raccolta differenziata (che sfiora quasi un 1 milione e 700mila euro). A seguire, Centola con un debito di poco più di due milioni di euro. Serramezzana e San Mauro La Bruca, invece, hanno il debito più basso: 714 euro il primo, appena 78 euro il secondo. Posizione di grande imbarazzo anche per il Comune di Salerno (quasi quattro milioni di euro). Nonostante ciò, però, l’amministrazione ha provveduto a ridurre la Tarsu a favore dei cittadini contribuenti. «Siamo soffocati dai costi della benzina e dalle pressioni dei Consorzi - spiega ancora Giuseppe Corona - le spese più importanti riguardano la raccolta del percolato che va fatta: posso mica produrre un disastro ambientale?».