Romano: mai più impianti ai privati ora servizio garantito per sei mesi
"Entro l'anno gestione regionale"
Depuratori e veleni. Dalla Regione dura replica alle accuse della Hydrogest, pronta a lasciare gli impianti della zona nord-occidentale. «Una vicenda scandalosa, che dovrà essere chiarita in tempi brevi», spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano.
«Altro che rescissione del contratto, la Hydrogest avrebbe dovuto investire 150 milioni per ristrutturare l’impianto di Cuma, vecchio, obsoleto, ormai inefficiente. Dal 2004 invece, ha perduto soltanto tempo, finendo nel mirino della magistratura per evidenti inadempienze. Negli ultimi tempi, invece, pretendeva i 20 milioni con i quali la Regione avrebbe dovuto partecipare all’opera di ammodernamento dell’impianto.
Una fuga in avanti per difendere molte altre negligenze». Negligenze evidentemente interessate...
«Non mi faccia dire cose che non so e non posso dire. Stiamo cercando di capire tutti gli aspetti della confusa gestione che ha provocato, oggi, il pasticcio dei depuratori».
Come si uscirà da questa intricata vicenda?
«Intanto posso confermare che per sei mesi dovranno essere garantiti i meccanismi di funzionamento dei depuratori. Nel frattempo saremo impegnati per definire un piano di completa trasformazione del settore. Entro l’anno agli interessi dei privati subentreranno autorità di ambito direttamente guidate dalla Regione».
Una nuova società pubblica per gestire gli impianti di depurazione?
«Non soltanto gli impianti di depurazione, ma anche le reti di controllo e le altre strutture realizzate sul territorio per garantire la sicurezza ambientale e la salute dei cittadini».
Ce la farete, nel giro di pochi mesi?
«Dobbiamo farcela, perché la legge ci impone il ricorso alle autorità di ambito, per garantire i controlli territoriali. Così è già avvenuto per il caso della bonifica della valle del Sarno».
Quanti miliardi sono stati sperperati, nei decenni, per la gestione dei depuratori?
«Come potrei rispondere? Si tratta di un capitolo infinito, di un pozzo senza fondo. Potremmo dire che la valanga sia cominciata dai giorni del colera, nel ’73, e non si è mai arrestata». Sui problemi del depuratore di Cuma c'è un'inchiesta. Quando si potrà sapere qualcosa? «Credo molto presto. L’intervento della magistratura riguarda altri aspetti. Sulle responsabilità di chi ha gestito l’impianto flegreo, invece, non dovrebbe essere difficile fare chiarezza in tempi brevi».
Per il turismo, però, le conseguenze saranno incalcolabili...
«Tutti sapevano che il nostro mare non era più limpido come una volta. Negli ultimi anni si sono sprecati i conflitti, le polemiche, i veleni. Concretamente, però, non si è fatto mai nulla».